Juventus, Milan e Inter affogano nei debiti. Ecco spiegato il sì alla Super League

La situzione debitoria dei 12 club ribelli è disastrosa. Andiamo all’origine del sì alla Super League di Juventus, MIlan e Inter.

Juventus
Andrea Agnelli @getty

Questa mattina la Gazzetta dello Sport ha proposto un interessante approfondimento sul perché Juventus, Milan e Inter abbiano avuto bisogno di ricorrere al sì alla Super League. La natura della decisione, ovviamente, non riguarda l’aspetto sportivo. Ma abbraccia esclusivamente quello economico. Sono, al pari delle altre 9, società travolte dai debiti. Sono circa 750 i milioni di perdite nel solo 2019-20 (quest’anno sarà ancora peggio) e ben 5,7 miliardi di debiti netti. Ma anche 5,5 miliardi di tifosi cumulati nel mondo. È in questa distonia di numeri che va rintracciato il motivo principale della rottura dei 12 club che si sono messi in testa di creare la Superlega.

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La Juventus e le altre italiane: i debiti 

Il presidente dell’Inter Steven Zhang

Il CdA della Vecchia Signora, il 25 febbraio scorso, sottolinea una perdita di 113,7 milioni di euro, rispetto ai 50,3 milioni del primo semestre dell’esercizio precedente. La spinta della Super League però fa volare il titolo Juventus in Borsa. A Piazza Affari ieri ha chiuso con un balzo del 17,85% a 0,91 euro. Numeri ai massimi da settembre 2020, facendole guadagnare, in una seduta, circa 183 milioni di euro di capitalizzazione. L’assemblea degli azionisti del Milan dell’ottobre scorso aveva approvato all’unanimità il bilancio del club chiuso con una perdita netta di 194,6 milioni di euro (145,98 milioni nel 2018-2019). Le casse interiste stanno altrettanto male, motivo per cui Zhang (deciso a restare come azionista di maggioranza in un nuovo assetto societario) è alla ricerca di un nuovo partner, la- voro affidato all’advisor Goldman Sachs. Dopo un periodo complicato fuori dal campo (stipendi posticipati, mercato invernale senza colpi) lo scena- rio è cambiato in meglio: con la vendita del 23% delle azioni di Suning, come ad alcune aziende di stato ha incassato 1,9 miliardi e reso meno pressante la ricerca di liquidità in Cina. Ora il tentativo di migliorare i conti passa dalla Superlega.

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