Il rinnovo di Chiellini ha rappresentato una vera e propria lezione al resto d’Europa. La Juventus e l’Italia hanno le idee ben chiare su come vincere.
Due anni per «provare a alzare qualche altra coppetta» (come ha detto recentemente, dopo averci preso gusto con l’Europeo). Due anni per azzardare un sorpasso su due monumenti bianconeri, Gaetano Scirea e Gigi Buffon. La firma sul contratto di Giorgio Chiellini è però una vera e propria lezione a tutto il resto d’Europa. Lo spiega in un ottimo fondo sulla Gazzetta dello Sport il giornalista Fabio Licari. Parte da un presupposto: un giorno Chiello sarà dirigente bianconero perché è scritto nel destino. Oggi la Juve ha ancora bisogno di lui in campo e lui della Juve. Per non parlare della Nazionale. Da qui la sferzata al resto d’Europa.
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Chiellini style, no difensori che si atteggiano
Licari scrive che l’azzurro s’è confermato il primo al mondo in un ruolo in via d’estinzione: quello del difensore-marcatore. Lukaku e Kane, Morata e Arnautovic, Seferovic e compagnia bella sono stati normalizzati, se non annichiliti, dalle sue “cure” spietate ma corrette. Oggi che molti difensori s’atteggiano a registi, e in marcatura non fanno mai sentire il loro fiato sul centravanti, il sovversivo è uno come Chiellini. Figurarsi se Allegri — come Mancini — ha mai pensato di rinunciare al contributo di esperienza, saggezza, leadership e serenità nel gruppo. Parole sante…