Max Allegri è l’allenatore che accolse il giovanissimo Dybala alla Juventus.”U picciriddru” si trasformò presto nel fuoriclasse bianconero.
Quando il giovane Dybala arrivò a Torino da Palermo la maglia numero 10 era appena passata dalle spalle di Tevez a quelle di Pogba. La Gazzetta dello Sport ricorda quei momenti del 2015, di una finale persa a Berlino contro il Barcellona invincibile. Prese la 21, numero che in bianconero Zidane aveva reso nobile. Ma oltre alla maglia del trequartista mancava anche un posto da trequartista, nella struttura di allora. Allegri l’anno precedente aveva svoltato col 4-3-1-2, ma dietro le punte riproponeva un muscolare, sul modello Van Bommel, come Vidal o Pereyra. Cominciò così anche nel primo anno di Paulo. Cominciò male e trovò poi una forma definitiva col ritorno al 3-5-2. In entrambi i moduli, la Joya non poteva giocare da “dieci”.
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Allegri gode del rinnovo
All’epoca Max lo impostò punta, per lo più in coppia con Mandzukic. Zolle del centrodestra, una certa libertà di svariare, ma più finalizzatore che rifinitore. Esplose subito. Adesso il tecnico gode per il rinnovo e sa cosa può significare dal punto di vista psicologico. Dybala ha la maglia numero 10 da un po’ (la prese alla terza stagione) e dovrebbe agire da dieci con costanza. Tutto ciò dopo un inizio di stagione in cui è partito per lo più seconda punta o addirittura «falso nueve».Il progetto della nuova Juve di Allegri, dopo qualche correzione in corsa, sembra portare lì, a un 4-4-1-1 con due ali vere. Parliamo di gente come Chiesa, Cuadrado, Kulusevski. In più avrà un riferimento davanti, Morata, Kean, o ancora Fede, e Paulo libero di ispirare.