Mourinho è il simbolo dell’ultima Inter veramente vincente, quella nata dalle ceneri di Calciopoli. Impossibile che possa piacere allo stadio della Juventus.
Era il novembre del 2018. Lo United batte la Juve e a fine match e il manager portoghese si vendica con un’esultanza che fa infuriare Bonucci e compagni. Mourinho, infatti, si porta la mano all’orecchio quasi come a dire “Non riesco a sentirvi”. Un segno liberatorio, una sorta di rivincita. «Sono stato insultato per 90 minuti, io sono venuto qui solo per fare il mio lavoro, niente di più… A fine partita ho fatto quel gesto, a freddo non lo rifarei, ma la gente mi ha insultato. Ha insultato non solo me come interista, ma soprattutto la mia famiglia» la sua giustificazione davanti ai microfoni.
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L’accoglienza che lo Juventus Stadium riserverà a Josè Mourinho sarà calda. Fischi roboanti e, purtroppo, anche degli insulti. Si tratta, come detto, di una rivalità nata ai tempi dell’Inter e proseguita fino all’ultima sfida, in Champions League contro il Manchester United. La rivalità, tuttavia, ha sollevato parecchie polemiche: dagli zero tituli del 3 marzo 2009, all’area di rigore di 25 metri del febbraio 2010. Si arriva, quindi, fino alle tre dita in segno del Triplete e alla mano all’orecchio dei tempi di Manchester.
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