Allegri, paradossalmente, si ritrova davanti allo stesso amletico dubbio che spinse la società all’esonero per portare Sarri alla Juventus.
La domanda è nell’aria da tre anni – scrive la Gazzetta dello Sport – la Juventus può difendere in avanti, usare il pressing offensivo per provare a rubare palla nella trequarti avversaria? Max fu esonerato perché all’epoca non riusciva a farlo e fu preso il “comandante”. Sarri ha provato e poi, preso atto delle caratteristiche di Dybala e soprattutto Ronaldo, fenomeni che certo non difendono alla morte, è sceso a compromessi. Oggi Allegri, al contrario, ha cominciato in trincea, con quello strano Napoli-Juventus come partita icona. La Juve, decimata da infortuni e viaggi in Sudamerica, quella sera si è difesa davanti alla sua porta. Di recente, però, sembra essere arrivato un cambiamento.
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Allegri e l’aggressione in avanti
Contro lo Zenit, avversario più debole, ha sparigliato con un atteggiamento diverso. La Fiorentina, prima della pausa, dirà se a metà settimana è nata una nuova Juve. Non è questione di spettacolo. E’ questione di una Juve che aggredisce alza il ritmo della partita. Ad Allegri, concreto il giusto, però questo interessa tra poco e nulla: vuole vincere la partita. E capire gli uomini da mandare in campo.