Il giornalista Michele Criscitiello fa un’analisi dell’importanza avuta da Marotta per la Juventus, senza il quale è iniziato il baratro.
Michele Criscitiello, giornalista di SportItalia e di Tuttomercatoweb.com, tesse un elogio di Beppe Marotta affrontando anche il suo passato alla Vecchia Signora. Per farlo parte dall’attuale tecnico del Tottenham. «Conte, certamente, starà rosicando perché se vai via dall’Inter e la squadra non crolla anzi… significa che il segreto del successo forse forse era la società. Suning, in Cina, dovrebbe farsi una statua di Marotta davanti casa – evidenzia -. Andare due volte al giorno e baciarla. Adesso sembra una marchetta a Marotta. Premessa: di Beppone non mi frega nulla anzi se è possibile sfondarlo quando fa una cavolata chiamatemi che lo faccio volentieri ma a quest’uomo cosa volete dirgli?».
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Criscitiello, Marotta e la Juventus
Poi l’affondo nei confronti dei bianconeri in un editoriale sul portale di riferimento. «Il suo segreto era Paratici, lo dicevo anche io, e Paratici senza di lui si è mezzo affossato. La Juventus vinceva grazie ad Agnelli e senza di lui si è mezza affossata – dice Criscritiello -. L’Inter vinceva grazie a Conte. E senza Conte vince uguale. L’Inter senza Hakimi e Lukaku avrebbe chiuso dietro la Juventus e lo pensavo anche io… invece sta facendo cose pazzesche. Beppone di Natale senza Proprietà sta facendo il Presidente e il Manager. Con grandi risultati. Conosce il calcio italiano e lo sta dimostrando. Parla poco ma coordina tutto e tutti. Dopo questo ultimo decennio possiamo dire, senza problemi, che siamo di fronte al miglior dirigente italiano di sempre. Non vincerà le Coppe, forse, ma è anche cambiato il calcio italiano dove i big non sono più in Italia. L’Inter è il contrario di quello che si dice da sempre. Serve una proprietà forte, serve programmazione, serve continuità. Niente, con Marotta anche se si cambia la formula è vincente. Hai cambiato Conte con Inzaghi, Lukaku con Dzeko e Hakimi con Dumfries. Roba da prendere Marotta al 31 agosto e annegarlo nel Naviglio grande. Invece ci anneghiamo noi, da soli. Neanche ti disturbiamo Beppe».