Lionel Scaloni, oggi alla guida dell’Argentina e con un passato in Serie A con le maglie di Lazio e Atalanta, ha iniziato la sua carriera da allenatore alla guida di una squadra di ragazzini.
Doveva essere probabilmente un incarico temporaneo quello di Lionel Scaloni sulla panchina dell’Argentina dopo l’addio di Jorge Sampaoli nell’agosto 2018. Un incarico affidato all’ex difensore, tra le altre di Lazio e Atalanta, dopo il fallimentare Mondiale russo, chiuso agli ottavi di finale dall’Albiceleste.
Un’Albiceleste abulica e anonima, quella di Russia 2018, che superò a stento la fase a gironi, qualificandosi come seconda alle spalle della Croazia, prima di essere eliminata dai futuri campioni della Francia nel primo match della fase a eliminazione diretta.
Un’eliminazione cocente, quella, arrivata dopo il secondo posto di Brasile 2014, che spinse la federazione argentina a separarsi da Sampaoli e ad affidare temporaneamente la guida della Selección al suo vice, Scaloni che, nonostante lo scetticismo iniziale, ottenne subito risultati positivi che gli permisero di essere confermato fino alla successiva Copa America disputata in Brasile e chiusa al terzo posto alle spalle dei verdeoro e del Perù.
Scaloni, dalla vittoria in Copa America 2021 alla finale mondiale: la breve storia di un allenatore (già) vincente partito da una squadra di ragazzini
Il terzo posto conquistato dall’Argentina nell’edizione 2019 della Copa America fu solo il preludio al trionfo del 2021, arrivato a distanza di 28 anni dall’ultima volta. Un trionfo, ottenuto battendo in finale i padroni di casa del Brasile, che non solo ha riportato nelle bacheche argentine un titolo che mancava, per l’appunto, dal 1993, ma ha anche permesso a Scaloni di affermarsi come uno degli allenatori più preparati e competenti dell’intero pianeta.
Un allenatore, partito dal basso, addirittura dai ragazzini del Son Caliu a Maiorca, che è stato capace, in breve tempo, di rigenerare una nazionale, la Selección, e di riportarla ai vertici del Sudamerica e del Mondo.