Juventus, la FIGC e la riapertura dell’inchiesta sul caso plusvalenze tiene ancora banco: “Non bisogna fare confusione”. Ecco l’annuncio
Ovviamente, ed è scontato, tiene banco e anche tanto quello che è successo nelle scorse ore, ovvero la riapertura, da parte della FIGC, dell’inchiesta sulle plusvalenze che era già stata mandata in archivio. Il rischio ovviamente adesso diventa doppio per la società bianconera, visto che in parallelo c’è anche un processo penale che si deve affrontare.
Le parole stanno volando via in questi giorni come se nulla fosse: tra richieste di radiazione – che sembrano tanto voglia di vendetta – a penalizzazioni o retrocessioni. Insomma, chi più ne ha più ne metta. A cercare comunque di fare chiarezza sulla questione, intervenendo alla diretta Twitch di calciomercato.it in onda su TVPLAY, ci ha pensato l’avvocato Antonio D’Atri. Ecco tutto quello che ha detto sulla questione.
Juventus, le parole dell’avvocato
Quello che ha disposto la FIGC “è un procedimento non troppo usuale. Non è capitato spesso che la giustizia sportiva affrontasse una impugnativa per revocazione ai sensi dell’articolo 63 del codice di giustizia sportiva. I tempi non saranno rapidi. E’ un’impugnazione parziale, lo recita il comunicato. Questo implicherà intanto una valutazione preventiva pregiudiziale circa l’ammissibilità o meno del ricorso. Una volta che è stato ammesso si aprirà attivamente la discussione”. Insomma, non sarà un discorso veloce.
Poi, l’avvocato, ha continuato: “Ricordo i requisiti affinché possano essere ritenuto ammissibili o meno il ricorso: se sono l’effetto di un dolo di una parte ai danni dell’altre, se si è giudicato in base a prove riconosciute false in seguito alla prima decisione, se per cause di forza maggiore o per colpa altrui la parte non ha potuto presentare nel precedente giudizio dei documenti ritenuti rilevanti ai fini della decisione, se c’è stato un omesso esame su un fatto decisivo del precedente giudizio o se sono sopravvenuti, come sembra in questo caso, dopo che la decisione è stata presa, nuovi fatti la cui conoscenza avrebbero potuto portare ad una diversa pronuncia. Infine se nel precedente procedimento è stato concesso un errore di fatto, che in questa circostanza mi sento di scongiurare”.