Juventus demolita da Moggi, l’ex dirigente bianconero si è preso la scena durante l’assemblea degli azionisti.
Luciano Moggi, ex direttore generale bianconero, è tornato a far parlare di sé. Non poteva certo passare inosservato il suo – come al solito non banale – intervento durante l’assemblea degli azionisti della Juventus presieduta questa mattina dall’ormai ex presidente Andrea Agnelli. Che, proprio in quest’occasione, ha formalmente rassegnato le dimissioni annunciate lo scorso 28 novembre tra lo stupore generale.
Non tutti sanno, infatti, che Moggi – radiato dopo le famose vicende giudiziarie di Calciopoli – oggi è un piccolo azionista del club. Anche se in passato, come ricorda la Gazzetta dello Sport, non aveva mai preso la parola nelle varie assemblee, limitandosi ad ascoltare in religioso silenzio. Stavolta, invece, si è preso la scena. Riaprendo il capitolo Calciopoli e “bacchettando” in alcuni casi i dirigenti dimissionari, tra cui lo stesso Agnelli.
Juventus demolita da Moggi, secondo l’ex dirigente la società “non si è saputa difendere”
Ma il vero e proprio colpo di scena è stato quando ha consegnato una scatola ad Agnelli con dentro una chiavetta Usb contenente dei files relativi al noto scandalo che sconvolse il calcio italiano sedici anni fa, pochi mesi prima del trionfo mondiale. Moggi è tornato sull’argomento, cercando di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
“Siamo stati indicati come colpevoli di cose che avevano fatto altri – ha detto il controverso ex dirigente bianconero – La Juventus ha sempre vinto sul campo, mai rubato niente a nessuno”. E subito una stoccata alla Procura federale. “Se è vero che è stato riaperto il caso plusvalenze perché pensano di aver trovato elementi nuovi, è altrettanto vero che bisognerebbe riaprire Calciopoli”. Moggi ha successivamente valutato l’operato di Agnelli ed il suo è un giudizio agrodolce: “Lo ringrazio – queste le sue parole nei confronti dell’ex presidente – Nove scudetti non si vincono con facilità”.
“Chi sta dentro sa le difficoltà che si devono superare per vincere. La società però non si è mai difesa, o non ha saputo difendersi. O ha lasciato cadere tutto quello che le gettavano addosso. Per questo è diventata un giocattolo in mano a tanti“.