Si torna a parlare di calcio finalmente con il big match di questa sera, con la speranza che non si verifichi quanto accaduto nello scorso weekend.
Ai microfoni di Calciomercato.it in onda su TvPlay, il prefetto Francesco Tagliente ha parlato degli scontri tra tifosi delle ultime settimane e della sicurezza negli stadi.
“Ho aperto il dialogo e sono stato rispettato come istituzione dal mondo del tifo, anche da quelli che vengono chiamati ultras che non sono altro che persone che hanno una passione profonda per la propria squadra. Chi commette atti di violenza come quelli che abbiamo visto perché vogliamo chiamarli ultras? Andiamo a distruggere un patrimonio preziosissimo non solo per le società e per il calcio, ma proprio per il sociale. Voglio evitare che qualcuno possa generalizzare e criminalizzare il mondo del tifo. Il mondo del tifo va salvaguardato. Bisogna tenere distinti i banditi dai tifosi” sono le sue parole.
Tagliente alla TvPlay ha parlato anche della criminalità entrata negli stadi: “Lo abbiamo registrato da molti anni. Non dimentichiamo che la guerriglia urbana a San Giovanni ha visto anche la partecipazione di alcuni esponenti che poi andavano allo stadio. Lo stadio è un contenitore sociale, ci va l’avvocato e ci va anche chi va a fare le rapine. Ma il fatto che stia li non significa che il calcio vada identificato con la criminalità. Il calcio non è uno studio notarile per esempio, ma ci sono i notai”.
Come agire allora in questi casi? “Saranno fatti interventi mirati e severi, non generalizzati. Io mirerei a verificare con interventi mirati e selettivi. In un certo qual modo le società e le tifoserie nel breve periodo ne risentiranno, è inevitabile. Però l’intenzione penso sia quella di non penalizzare soggetti che non hanno niente a che vedere con quanto successo” spiega ancora. “Sono fatti fisiologici in un periodo lungo di attività. Nessuno immaginava di ritrovarsi nel 2023 con 300 persone e un centinaio della fazione opposta che si davano appuntamento per scontrarsi ad un casello autostradale. Meno male erano stati predisposti i servizi. Forse se avessero avuto cognizione prima di come si stavano organizzando sarebbe stata adottata altra misura. Ma non possiamo immaginare il rischio zero nella programmazione. La pianificazione c’è stata. Ora come avviene dopo ogni fatto critico c’è stato un briefing tra tutti gli attori, che sono chiamati a gestire con una maggiore attenzione rispetto al passato. Quello che è accaduto ha fatto drizzare le antenne”.
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