C’è ovviamente un pizzico di amarezza in casa Juventus per la mancata vittoria di ieri sera contro il Bologna, ma si deve continuare a guardare avanti.
La lotta per la zona Champions League continua a rimanere apertissima, con tante squadre racchiuse nel giro di pochi punti. Siamo ormai entrati nel rush finale della stagione, con tante gare in pochi giorni. L’impressione è che riuscirà a spuntarla chi sarà più freddo e riuscirà a gestire al meglio le energie residue.
Ieri la formazione di Allegri è andata subito in svantaggio per un rigore segnato da Orsolini, poi ha avuto subito la chance per raddrizzare la sfida ma Milik, sempre dagli undici metri, non è riuscita a metterla dentro. Lo stesso centravanti polacco, che ha comunque giocato una buona gara, è riuscito a segnare il gol del pareggio nella ripresa. Poco tempo ora per riflettere, perchè mercoledì alle 18 si ritorna in campo per affrontare il Lecce.
Juventus, Capuano: “Spinta su Alex Sandro prima del rigore”
Ad ogni modo uno sguardo a quanto accaduto a Bologna bisogna darlo, se non altro per l’episodio che ha portato al vantaggio della formazione bolognese. Il calcio di rigore assegnato e realizzato da Orsolini infatti sarebbe stato viziato da un fallo dello stesso attaccante rossoblù.
C'è una spinta su #AlexSandro poco prima del fallo che porta al rigore di #Orsolini. Che è anche l'autore della spinta iniziale, quella che taglia fuori il difensore della #Juventus.
Ora, io penso che il #Var in questi casi debba lasciare al giudizio di campo ed è la stessa cosa… pic.twitter.com/2yWbnEgwtJ
— Giovanni Capuano (@capuanogio) April 30, 2023
Ne ha parlato il giornalista Giovanni Capuano su Twitter, spiegando che “c’è una spinta su Alex Sandro poco prima del fallo che porta al rigore di Orsolini. Che è anche l’autore della spinta iniziale, quella che taglia fuori il difensore della Juventus. Ora, io penso che il Var in questi casi debba lasciare al giudizio di campo ed è la stessa cosa che pensavo settimana scorsa in Juventus Napoli. E che fanno nel 99% dei casi. La cosa poco accettabile è la difformità di interpretazione del protocollo. Se poi in sette giorni il cambio è sempre a sfavore della stessa squadra, diventa difficile da spiegare alla gente“.