Voti e pagelle di Atalanta-Juventus: l’analisi delle prestazioni fornite dai bianconeri al Gewiss Stadium. Top e flop della gara.
Grazie al primo gol della sua avventura in bianconero di Iling Junior e al sigillo di Vlahovic, la Juventus sbanca il Gewiss Stadium e conquista tre punti preziosissimi per la propria classifica.
Il migliore in campo tra le fila della Juventus è proprio il gioiellino inglese: strappa, morde, rincula, si sbatte e segna. Nell’azione con la quale trova il suo primo gol in bianconero subisce un filo evidentissimo, ma al posto di starsene a terra a protestare, si rialza, sfida la difesa orobica e finalizza in maniera anche un po’ fortunosa un’azione che ha voluto ed è riuscito a concludere. La fortuna, del resto, aiuta gli audaci: welcome, Iling.
Le note liete, però, non sono finite qui. Angel Di Maria, ad esempio, fornisce una prova da vero leader silenzioso. Arretrando molto il suo raggio d’azione, il fuoriclasse argentino si sacrifica molto per la squadra, ma dà quasi sempre la sensazione di pulire il gioco con la qualità che solo i predestinati hanno. Non è stata la sua miglior prova, ma ha fatto ciò di cui la Juve aveva bisogno. E non è poco. Ormai è diventato un perno della Juventus, puntuale, presente, attento: il professor Danilo ha fornito un’altra lezione delle sue, imperiosamente sublime. Molto positiva anche la prova di Rugani: Zapata è un cliente scomodo, scomodissimo: ma l’ex Empoli, complice anche un raddoppio sistematico, riesce a contenere le sfuriate del colombiano.
Pogba lancia altri segnali molto incoraggianti: prima lo spavento per il contatto in area su Soppy, poi la dolcezza di due gesti tecnici da grande calciatore. I tentacoli del “Polpo” stanno diventando sempre più velenosi e in questo finale di stagione ci sarà da divertirsi. Prezioso come sempre Adrien Rabiot, le cui sgasate contribuiscono a creare spazi importanti. Meno propositivo del solito, il “Duca” è sempre efficace, ma ormai non è più una novità. Milik si dà da fare molto, ma è costretto in diverse circostanze a rintuzzare fin quasi alla trequarti per farsi luce: riesce ad essere più incisivo nell’attacco alla profondità, invece, Dusan Vlahovic, che prima grazia Sportiello, salvo poi freddarlo con una conclusione imparabile, con il quale zittisce anche gli insulti razzisti.
JUVENTUS (3-5-1-1): Szczesny 6, Danilo 7, Rugani 6,5, Alex Sandro 6, Cuadrado 6,5, Fagioli 6 (’65 Pogba 6,5), Locatelli 6, Rabiot 6,5, Iling 7,5 (’81 Kostic s.v.), Di Maria 6,5 (’81 Chiesa 6), Milik 6 (’65 Vlahovic 7,5).
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