Il rigore della rivolta, ha del clamoroso quanto accaduto ieri durante la gara valida per i playoff di Serie C.
Sono in corso di svolgimento i playoff di Serie C. Soltanto una squadra, al termine di questa lunga postseason, otterrà la promozione in cadetteria, facendo compagnia a Feralpisalò, Reggiana e Catanzaro, già sicure di giocare in B l’anno prossimo dopo aver vinto i rispettivi gironi. Sogna l’impresa anche il Lecco, giunto fino al secondo turno della fase nazionale.
I lombardi, guidati dal tecnico Luciano Foschi, ieri sera sono scesi in campo per affrontare la gara d’andata con il Pordenone, squadra arrivata seconda nel girone A, proprio davanti al sodalizio bluceleste. Una partita in cui è successo veramente di tutto, oltre ad essere pesantemente condizionata dal maltempo, con l’arbitro costretto addirittura alla sospensione per qualche minuto. Ma c’è un altro episodio, a dir poco clamoroso, che ha rubato la scena allo stadio “Rigamonti-Ceppi”. E che ha per protagonista proprio il vulcanico presidente del Lecco Paolo Di Nunno.
Il rigore della rivolta, il patron Di Nunno fa invasione per protestare con l’arbitro
Il patron è andato su tutte le furie per via del calcio di rigore che il direttore di gara ha concesso al Pordenone a soli tre minuti dal fischio finale.
#SerieC | Como entró, salió 🤣
📌 Luego de un penal convertido de #Pordenone, el presidente de #Lecco 🇮🇹, Di Nunno, ingresó al campo de juego a protestar
📌 El árbitro del partido decidió expulsarlo 🟥 pic.twitter.com/JCLx8eR3nd
— doble amarilla ⭐️⭐️⭐️ (@okdobleamarilla) May 28, 2023
Dopo la trasformazione del neroverde Burrai, Di Nunno ha deciso di irrompere sul terreno di gioco roteando il suo bastone e protestando in maniera veemente con il fischietto. Che si è visto di nuovo costretto a sospendere il match, procedendo con l’espulsione del presidente “invasore”. Una volta ricevuto il cartellino rosso, Di Nunno si è riaccomodato sulla carrozzina elettrica e, come se nulla fosse, si è fermato a parlare con il suo portiere.