“Slealtà sportiva”: inchiesta Prisma, così la Juve chiede il risarcimento

“Slealtà sportiva” e l’inchiesta Prisma. Ritorna prepotentemente sulle prime pagine dei giornali l’inchiesta che ha di fatto mandato a casa Andrea Agnelli.

Non sappiamo dove sia in questi giorni, in queste ore. Chissà cosa avrà pensato Andrea Agnelli leggendo quanto deciso dai giudici della quinta sezione della Cassazione riguardo al processo dell’inchiesta Prisma.

“Slealtà sportiva” e l'inchiesta Prisma
Andrea Agnelli (Foto ANSA juvelive.it)

I giudici hanno dichiarato l’incompetenza territoriale di Torino e hanno pertanto disposto che gli atti vengano trasmessi alla procura di Roma, la sede prescelta per il processo. Esattamente come richiesto dalle difese della Juventus e dei dodici indagati, tra i quali lo stesso ex presidente bianconero. Milano o Roma erano le due alternative. Il capoluogo lombardo perché sede della Borsa, la capitale come sede, a sua volta, dei server della Borsa stessa.

Ovviamente delusi i Pm della Procura di Torino che speravano in ben altra decisione, ovvero che il processo si tenesse nel capoluogo piemontese. Le difese della Juventus e degli indagati avevano sollevato la questione della competenza territoriale già durante le indagini preliminari e già allora avevano chiesto lo spostamento in altro tribunale. Pertanto tale richiesta è partita quando ancora le indagini non erano state ultimate. Indagini che sono state portate avanti da chi non aveva titolo per farlo.

Questa in sintesi la decisione della Cassazione.

“Slealtà sportiva” e l’inchiesta Prisma

Ora gli atti della Procura di Torino viaggeranno verso il tribunale di Roma e l’unica certezza riguarda i tempi in vista di una sentenza definitiva: enormemente più lunghi.

Tante le domande che sorgono quasi spontanee dopo la decisione della Cassazione di spostare il processo da Torino a Roma. Così come i dubbi che frullano nella mente dei tifosi della Juventus, che rivedono palesarsi fantasmi che riportano ad un indimenticato e doloroso passato. Graziano Carugo Campi ha espresso via social la sua opinione dopo la sentenza della Cassazione.

Altro mito da sfatare: la giustizia sportiva non ha sposato la tesi della procura di Torino. Si è fatta mandare le prove e sulla base di esse ha costruito l’ipotesi di slealtà sportiva, praticamente mai applicata nei casi di falso in bilancio passati e futuri (finora)“. Parole chiare che alimentano altri dubbi. Non resta quindi che attendere le risposte da parte del tribunale. Risposte che potrebbero non arrivare mai. Nemmeno per un’eventuale richiesta di risarcimento da parte della Juventus.

In un’intervista rilasciata al quotidiano Tuttosport, l’avvocato Cataldo Intrieri parla addirittura di rischio prescrizione: “La giustizia nella capitale vive una situazione difficile. Nel caso in cui si arrivi al terzo grado di giudizio è una conclusione che non mi sento di escludere a priori“. Con il trasferimento al tribunale di Roma il processo per l’Inchiesta Prisma sembra essere diretto verso il porto delle nebbie, dove l’oblio regna sovrano.

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