Pogba “incastrato”, ecco cosa avrebbe detto il centrocampista francese durante l’ultimo colloquio con il club.
Galeotto, a quanto pare, fu un integratore. Un integratore, come spiega la giornalista della Gazzetta dello Sport Fabiana Della Valle, che gli sarebbe stato consigliato da un medico amico, che non ha nulla a che vedere con la Juventus.
Probabilmente Paul Pogba, ieri salito alla ribalta a causa della positività al testosterone (una sostanza dopante) riscontrata al termine della sfida con l’Udinese, lo comprò negli Stati Uniti, dove le regole riguardo al doping sono completamente differenti. Questa una delle prime versioni della vicenda – destinata a tenere banco per diverso tempo – svelata oggi dalla Rosea. La difesa del giocatore cercherà di fare leva sull’errore, dimostrando di non avere assolutamente idea di quali sostanze fossero contenute in quell’integratore. Assumendolo in buona fede, insomma. Se le cose dovessero andare in questo modo, il suo potrebbe diventare un caso analogo a quello di Juan Luis Palomino, difensore dell’Atalanta.
Pogba “incastrato”, tra i vari scenari c’è anche la risoluzione del contratto
Lo scorso anno Palomino fallì un controllo antidoping durante il ritiro e risultò positivo al “Clostebol Metabolita”. Dopo la conferma delle controanalisi, il giocatore sudamericano non ne volle sapere di patteggiare. E pretese di andare a giudizio, sostenendo la tesi dell’assunzione accidentale.
Morale della favola: tre mesi dopo fu assolto, saltando “solamente” tredici partite. Pogba tenterà di fare lo stesso, provando la sua buona fede. La Gazzetta racconta che il centrocampista transalpino avrebbe già comunicato alla società di aver assunto sostanze non concordate con lo staff medico della Juventus. E, a tal proposito, in tanti si chiedono come si comporterà il club. Nel caso in cui la positività fosse accertata, infatti, la Signora potrebbe chiedere addirittura la risoluzione del contratto.