Assunzione involontaria, finisce definitivamente l’incubo per il giocatore: gli ha dato ragione anche il Tas di Losanna.
Paul Pogba attende. Non può fare altro il centrocampista francese, sospeso in via cautelare dal Tribunale nazionale antidoping.
Oltre a non poter mettere piede in campo, non può neppure allenarsi insieme ai compagni o entrare nello spogliatoio. Risale ormai ad una settimana fa la notizia della positività al testosterone, riscontrata lo scorso 20 agosto al termine della sfida tra Udinese e Juventus, valida per la prima giornata di campionato. Il giocatore, come da prassi, ha richiesto le controanalisi, il cui esito verrà reso noto tra 16 giorni, precisamente il 5 ottobre. Pogba, durante i suoi colloqui con i dirigenti del club bianconero, ha spiegato che è probabilmente tutto dipeso da un integratore acquistato negli Usa e consigliatogli da un medico amico. Tenterà dunque la “carta” dell’assunzione involontaria anche se non è affatto semplice da provare. Il rischio è quello di incorrere in una pesantissima squalifica (quattro anni, nel peggiore dei casi) che potrebbe mettere fine anzitempo alla sua carriera.
Assunzione involontaria, Palomino assolto anche dal Tas
Un anno fa si verificò un caso simile in Serie A: ad essere squalificato – restò lontano dai campi per circa tre mesi – fu José Luis Palomino, difensore dell’Atalanta.
L’argentino riuscì a dimostrare di aver assunto una sostanza proibita e quindi considerata doping (il nandrolone, ndr) attraverso una pomata. Ed assumendola in maniera del tutto involontaria. Il Tribunale nazionale antidoping, infatti, lo assolse praticamente subito, consentendogli di tornare a disposizione del tecnico degli orobici Gian Piero Gasperini. Ma oggi, a distanza di un anno, gli ha dato ragione anche il Tas di Losanna. Il tribunale svizzero ha respinto la richiesta della Nado Italia, l’agenzia antidoping italiana, inoltrata subito dopo l’assoluzione del difensore della Dea.