Elkann scrive la parola fine, il centrocampista per il momento è sospeso in attesa delle controanalisi. Ma il suo futuro a Torino appare segnato.
La seconda avventura torinese di Paul Pogba finora si è rivelata un vero e proprio flop. Un anno e mezzo fa il centrocampista francese era arrivato alla Continassa tra due ali di folla ed aveva acceso gli entusiasmi di una tifoseria, quella bianconera, che ricordava ancora in maniera nitida le sue prodezze nei primi quattro anni trascorsi alla Juventus.
Ma chi sperava di rivivere quelle emozioni è rimasto purtroppo deluso. Limitato da continui problemi fisici, il “Polpo” la scorsa stagione ha giocato solamente pochi minuti. Prima l’infortunio al menisco durante la tournée americana, poi l’operazione rinviata e l’allungamento dei tempi di recupero. Quest’anno le sensazioni erano positive, con Pogba che aveva tanta voglia di dimostrare di essere sempre lo stesso giocatore che i tifosi juventini hanno conosciuto (ed amato) dal 2012 al 2016, prima che venisse ceduto al Manchester United per oltre 100 milioni di euro. Il nazionale transalpino era addirittura rientrato in anticipo dalle vacanze per riprendere gli allenamenti e farsi trovare pronto.
Massimiliano Allegri gli ha concesso qualche minuto, in cui ha fatto vedere qualche lampo della sua immensa classe. Ma una settimana fa ecco arrivare un’altra tegola.
Niente infortuni, stavolta: ad impedirgli di scendere in campo è la sospensione per doping. Pogba è stato trovato positivo al testosterone in un controllo effettuato al termine della prima partita di campionato con l’Udinese, risalente allo scorso 20 agosto. In attesa delle controanalisi – bisognerà attendere il 5 ottobre per avere il responso – Pogba è sospeso, senza stipendio e non può neanche allenarsi coi compagni. E se dovesse arrivare la squalifica, ovviamente dopo una sentenza definitiva, la Juventus potrà risolvere il suo contratto, andando a risparmiare circa 30 milioni di euro lordi. Secondo il giornalista Luca Momblano, intervenuto durante la diretta Twitch di Juventibus, è probabile che la Juve abbia rinviato il CdA anche per questo motivo. “È plausibile si possa portare – ha detto –come punto all’ordine del giorno, il concreto scenario di risparmio in caso di separazione”.
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