Retroscena clamoroso sulla Juventus in merito alla vicenda di mercato legata a Domenica Berardi: rivelazione anche su Paul Pogba
L’ex difensore di Torino e Bari Massimo Brambati ha parlato a ‘La Juve in Gol’, in onda su Radio Bianconera.
L’attuale procuratore sportivo ha rivelato un retroscena in merito al mercato della Juventus, relativo alla passata stagione, con particolari relativi alla vicenda Berardi e a quella di Paul Pogba. Di seguito le parole di Brambati: “Non sono mai stato leggero con Massimiliano Allegri ma è giusto dire le cose come stanno. Dopo la sconfitta dell’ano scorso contro l’Empoli ho sentito un suo amico molto stretto a cui l’allenatore ha confidato di non aver mai voluto in rosa Angel Di Maria“. Una rivelazione piuttosto inaspettata e che ha preceduto un’altro retroscena sul giocatore che realmente il tecnico bianconero avrebbe desiderato.
Juventus, retroscena su Pogba: “Imposto dal presidente”
Proseguendo su Di Maria l’ex difensore ha dichiarato: “Al contrario Allegri ha sempre puntato Domenico Berardi. Il mercato estivo mi ha confermato la veridicità di questa indiscrezione.
Francamente devo dire che Allegri ci aveva visto lungo su Berardi. Io stesso mi sto ricredendo sull’attaccante del Sassuolo”. Un retroscena che chiarisce bene anche il forte interesse dei bianconeri manifestato nel corso dell’ultima sessione estiva in cui Berardi è stato ad un passo dal trasferimento a Torino. Brambati ha proseguito anche su Paul Pogba: “Discorso simile anche per Pogba che è stata un’imposizione del presidente. In estate la Juventus ha provato a cederlo per arrivare a Milinkovic-Savic. Pogba ha rifiutato l’Arabia Saudita e a quel punto Milinkovic ha accettato il trasferimento. Questo non cambia il mio pensiero su Allegri che resta un ottimo allenatore ma, a mio parere, non il profilo adatto alle esigenze della Juventus degli ultimi anni”. Brambati ha poi proseguito su Allegri: “So che Marotta avrebbe cercato Allegri per il dopo Conte e credo che con lui i nerazzurri avrebbero vinto due scudetti. Allegri è bravissimo a gestire le rose di campioni e non è facile. Di contro, però, lo è meno nel costruire squadre con giocatori non ancora al top”.