Polveriera Juventus, l’esperto è intervenuto sullo scandalo scommesse che ormai si sta allargando a macchia d’olio.
Non c’è davvero pace per il calcio italiano, travolto da un nuovo scandalo, stavolta relativo alle scommesse e destinato ad allargarsi a macchia d’olio.
L’ex fotografo Fabrizio Corona oggi ha fatto il nome di un quarto calciatore implicato nella vicenda dopo lo juventino Nicolò Fagioli e i due giocatori della nazionale italiana, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo, che da quest’anno militano entrambi in Premier League con Newcastle e Aston Villa. Si tratta del romanista Nicola Zalewski, anche lui finito in questo “calderone” – ricordiamo che per il momento si tratta solo di ipotesi di reato – pur non raggiunto ancora da un avviso di garanzia. Fagioli invece è indagato ed ha già provveduto ad autosospendersi, mentre Zaniolo e Tonali ieri hanno abbandonato il ritiro della nazionale a 48 ore dalla gara, molto importante in ottica qualificazione ai prossimi Europei, contro Malta. In tanti, fin dalle prime notizie, si sono chiesti se potesse rischiare qualcosa anche la Juventus, ad esempio, che detiene il cartellino di Fagioli.
Polveriera Juventus, Di Lello: “La Juve rischia un punto di penalizzazione”
Ha provato a dare una risposta alla domanda l’ex procuratore aggiunto della Figc Marco Di Lello, intervenuto ai microfoni di “Radio Punto Nuovo”.
Per quanto riguarda i giocatori coinvolti, il rischio è quello di “incappare in una squalifica di almeno tre anni e una multa di 25mila euro. Per Fagioli può esserci un patteggiamento con lo sconto del 50% avendo ammesso la colpa”, ha spiegato. Potrebbero tuttavia non essere esenti da sanzioni neppure i rispettivi club. “Ci sono alcuni precedenti preoccupanti – ha continuato Di Lello – L’ultimo è del 2015 con Torres e L’Aquila che pagarono dure conseguenze”. E tira in ballo l’articolo 24 che richiama l’articolo 8 della giustizia sportiva: “Se la Juventus risulterà essere stata a conoscenza del caso Fagioli, si andrebbe oltre il concetto di responsabilità oggettiva. E rischia da un punto di penalizzazione alla revoca del titolo“, ha concluso l’ex procuratore.