Juventus, svelato un interessante “retroscena” nell’inchiesta che coinvolge il club bianconero e che vede imputate 12 persone.
Un primo importante successo, nell’ambito dell’inchiesta Prisma, i legali del club bianconero l’hanno conseguito un mese fa, più precisamente lo scorso 7 settembre. La Juventus, infatti, si è vista accogliere il ricorso sull’incompetenza territoriale dei pubblici ministeri di Torino, all’interno del quale avevano chiesto lo spostamento della sede.
La Cassazione aveva dunque ordinato l’immediata trasmissione al tribunale di Roma degli atti del procedimento. Il processo, relativo all’indagine della Procura del capoluogo piemontese su alcune operazioni di mercato della Juve, è passato così nella Capitale. Sono 12, ricordiamo, gli imputati nell’inchiesta. Tra questi c’è l’ex presidente bianconero Andrea Agnelli, ma anche l’ex vicepresidente Pavel Nedved, l’ex direttore sportivo Fabio Paratici e l’ex amministratore delegato Maurizio Arrivabene, tutti dimessisi in blocco lo scorso novembre. Il procuratore generale Luigi Cuomo, già lo scorso luglio, aveva spiegato come il processo non potesse restare a Torino per un difetto di competenza territoriale. Alla fine la scelta è ricaduta su Roma, dove si trova fisicamente il server della società. I pm della Capitale, dunque, hanno dovuto in sostanza ricominciare daccapo, ma tenendo comunque conto del lavoro svolto dai colleghi torinesi.
Juventus, i pm di Torino avevano ritoccato al rialzo le cifre contestate
Nelle scorse ore, tuttavia, è arrivato un altro piccolo colpo di scena. O per meglio dire, un “retroscena”, svelato qualche minuto fa dall’Ansa.
L’intenzione dei pm torinesi, a quanto pare, sarebbe stata quella di ritoccare al rialzo le cifre contestate alla Juventus nell’ambito del processo sui conti del club. I magistrati hanno già informato la Procura della Capitale: si occuperà del fascicolo il pubblico ministero Giuseppe Cascini, al quale adesso passa la palla e che dovrà decidere sul da farsi. Come riporta l’Ansa, le modifiche al capo d’accusa originario le aveva decise Torino, dopo il recupero e la ricostruzione del contenuto delle cosiddette “side letter”. Secondo i pm di Torino, oltre alle plusvalenze fittizie erano state rilevate delle irregolarità contabili nelle “manovre stipendi” del 2020 e del 2021.