Juventus, l’ex capitano bianconero ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera: ecco le sue parole.
Non v’è alcun dubbio sul fatto che Alessandro Del Piero abbia fatto e faccia da collante tra diverse generazioni di tifosi juventini.
Un giocatore amato incondizionatamente sia da chi ha avuto la fortuna di ammirare le sue gesta in campo, sia da chi le ha conosciute – purtroppo – solo attraverso i video o i racconti di un proprio parente o amico. “Pinturicchio” è un pezzo di storia della Juventus, uno dei più rispettati e stimati anche dagli avversari. Molti lo rivorrebbero in società, ci hanno sperato fino all’ultimo quando lo scorso novembre si è dimesso l’intero Consiglio d’amministrazione. Del Piero era tra i papabili per far parte del nuovo assetto societario: avrebbe accettato ad occhi chiusi di rimettere piede in Juventus, ma solo se avesse potuto contribuire fattivamente alla crescita del club. La speranza è l’ultima a morire, si dice, e nel mondo del calcio la parola “impossibile” non è quasi mai contemplata. E non è detto che un giorno la Signora possa riabbracciare uno dei suoi “figli” più prediletti.
Juventus, Del Piero: “Mi auguro che le scelte fatte siano corrette”
Del Piero, intanto, si è raccontato al Corriere della Sera, pubblicata questa mattina sul più noto quotidiano italiano. L’ex capitano bianconero ha parlato un po’ di tutto.
“Nella Juve sei sempre sotto pressione – ha detto – Quella società è, comunque, un punto di riferimento. Non solo per i tifosi bianconeri. Credo che tutti, dopo aver chiesto del risultato della formazione del cuore, si informino di cosa ha fatto la Juve. Sperando il meglio o il peggio. Comunque è una società centrale, nella storia del calcio italiano. È molto di più di una squadra di football”. “Quando hai tante pressioni, tante responsabilità – ha proseguito Del Piero – e affronti momenti di cambiamento, passaggi generazionali e conclusioni di cicli fortunati, è ovvio che non tutto possa andare nel verso giusto. È in corso un riassestamento, e da tifoso mi auguro che le scelte fatte siano corrette perché speriamo di tornare a vedere una Juve che possa dire la sua non solo in Italia, ma in Europa”.