La penalizzazione era nell’aria, ma mancava ancora la conferma ufficiale: ora il tribunale federale della Figc ha deciso.
Paese che vai, usanze che trovi. A tutte le squadre, per i motivi più disparati, può capitare di subire una penalizzazione. Ne sa qualcosa l’Everton, ad esempio, che nei giorni scorsi, come vi avevamo raccontato qui, si è visto costretto a fare i conti con una vera e propria emorragia di punti che ha riscritto gli equilibri della classifica di Premier League.
Non bisogna andare tanto lontano, in ogni caso, per dimostrare che può accadere a chiunque. Anche a Vasto, in provincia di Chieti, è accaduto nelle scorse ore qualcosa di simile. La storia della società locale non ha nulla a che vedere con le irregolarità riscontrate nel bilancio del club britannico, che avrebbe violato le regole del fair play finanziario, ma il tribunale federale della Figc ha comunque optato per una punizione piuttosto severa.
La squadra incriminata, come si sarà capito, è la Vastese, che imbattuta da 6 turni viaggiava a vele spiegate nel campionato di Serie D. Nello scorso fine settimana era riuscita a fermare nientepopodimeno che la capolista Teramo, ma l’atmosfera di festa era stata sciupata dalla notizia che, nel frattempo, aveva iniziato a rimbalzare di qua e di là. E se prima si trattava solo di mere indiscrezioni, adesso c’è la conferma ufficiale.
Penalizzazione arrivata, che mazzata
L’ASD Vastese Calcio 1902, secondo quanto disposto dal tribunale federale della Figc, ha subito una penalizzazione di due punti in classifica. Questo significa che i punti sin qui conquistati da capitan Marcelli e dai suoi compagni scendono da 21 a 19.
La sanzione non andrà ad influire sul posto in classifica: trattandosi di una penalizzazione irrisoria, la Vastese manterrà comunque il suo settimo posto, fermo restando che rallenterà inevitabilmente la corsa al primo posto.
Apprendiamo poi, giornale locale Chiaro Quotidiano, che per la “vera” presidente della società – ossia Adriana Cinquina, mamma di Franco Bolami – sarebbe stata disposta un’inibizione di 6 mesi. Il tutto in riferimento ad una vertenza non saldata o, si legge nel quotidiano, “con pagamento avvenuto alla scadenza dei termini previsti”.