Insulti ad un arbitro. Ciò che è successo non è passato inosservato e, adesso, la squalifica è esemplare: la ricostruzione.
Come viene riportato nell’articolo di ‘Sportface.it’: “Un calciatore della formazione Under 19 del Cavallino, squadra del veneziano, è stato squalificato per dieci giornate dal giudice sportivo con l’accusa di aver “proferito reiteratamente insulti a sfondo gravemente sessista contro l’arbitro donna”.
Ma il club non ci sta e presenta ricorso, affermando come la frase “le donne devono stare a casa a lavare i piatti”, che il fischietto della partita sostiene di aver sentito provenire dallo spogliatoio, non sarebbe mai stata pronunciata dal suo tesserato Matteo Vianello”.
La vicenda riguarda la partita tra Cavallino e Fossaltese disputata il 4 novembre nel campionato Juniores provinciale, così come riferisce il Gazzettino.
L’arbitra coinvolta è Alessandra Bellavere di San Donà di Piave e il calciatore in questione Matteo Vianello, espulso dalla direttrice di gara. A fine partita, negli spogliatoi, l’arbitra ha sentito gli insulti senza vedere chi li ha proferiti, riconoscendo però il timbro di voce. il Cavallino ha dunque spinto su questo aspetto per provare a ribaltare la sentenza.
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