Calciopoli, per la Juve oltre al danno anche la beffa. Cala, forse definitivamente, il sipario sul più grande scandalo del calcio italiano.
L’estate del 2006 è stata un’indimenticabile ‘stagione’ calcistica, soprattutto per i tifosi della Juventus. Un’estate dove non sono esistite le infinite tinte di mezzo, ma soltanto il bianco più accecante e il nero più buio.
9 luglio 2006 e la magica notte di Berlino. La finale di Coppa del Mondo in Germania con in campo, a sfidarsi per il titolo, Italia e Francia. Tra i ventidue protagonisti iniziali che hanno dato vita alla finale, vi erano ben otto giocatori della Juventus.
Cinque tra le fila azzurre: Buffon, Zambrotta, Cannavaro, Camoranesi e Del Piero. Tre tra le fila dei transalpini: Thuram, Viera e Trezeguet. Commissario tecnico della nazionale azzurra Marcello Lippi, il tecnico della Juventus vincitrice della Champions League a Roma nel 1996.
Una gioia incontenibile ma durata un battito d’ali di farfalla. Era già scoppiato lo scandalo Calciopoli con la Juventus già condannata prima che iniziasse il processo. I puritani della prima ora invocavano le dimissioni di Lippi, la rinuncia a Cannavaro e agli altri juventini.
Inutile ricordare come quegli stessi puritani siano stati poi i primi a salire sul carro dei vincitori trainato dagli ‘scorretti’ juventini, per usare un eufemismo. Ora su quella triste pagina dove malagestione e malagiustizia sono andate a braccetto, è calato il sipario.
Calciopoli, per la Juve arriva anche la beffa
Il Consiglio di Stato ha ufficialmente messo fine ai ricorsi presentati dalla Juventus in merito allo scandalo Calciopoli, a seguito della rinuncia della stessa società bianconera all’ultimo ricorso presentato.
Società bianconera che dovrà inoltre accollarsi le spese sostenute da FIGC e Inter per l’ultimo grado di giudizio proprio davanti al Consiglio di Stato. Il giornalista, di dichiarata fede bianconera, Marcello Chirico, ha commentato tale verdetto.
Su amp.ilbianconero.com ha scritto: “Dopo una battaglia legale durata 13 anni, durante la quale ha sostanzialmente trovato sempre il muro delle magistrature sportive e ordinarie, la Juventus ha deciso di alzare bandiera bianca ed arrendersi“.
Una constatazione che ha dato poi il là ad un critica feroce da parte di Chirico alla Juventus società-proprietà per la gestione di questo scandalo, a partire dal 2006 ad oggi. Come accaduto nella recente inchiesta Prisma la Juventus ha scelto la via dell’appeacement.
La strada della pacificazione invece che quella che avrebbe portato la società bianconera allo scontro frontale con le istituzioni, sportive e non. La Juventus che ha sbaglia fin all’inizio quando non ha dato colpevolmente ascolto all’avvocato belga Jean Luis Dupont.
Il legale del caso Bosman, il medesimo che ha condotto alla vittoria la SuperLega contro la UEFA alla Corte Europea. Colui che aveva consigliato ai bianconeri di rivolgersi direttamente al Tribunale di Strasburgo e di lasciar perdere i ricorsi in patria.
In quella sede la Juventus avrebbe avuto riconosciuti i suoi diritti e oggi avrebbe due scudetti in più, vinti sul campo, ed un’umiliante retrocessione in Serie B in meno nel suo palmarès.