Juventus, ufficiale: il tifoso bianconero non potrà assistere alle partite della sua squadra del cuore per i prossimi cinque anni.
Cori avversi, versi vari e insulti di ogni genere. A sfondo razzista, soprattutto. Era stato chiaro sin dall’inizio che i responsabili del brutto gesto ai danni di Romelu Lukaku non sarebbero rimasti impuniti. E così, infatti, non è stato.
Relativamente a quanto accaduto durante la sfida d’andata tra Juventus e Inter -all’epoca il belga vestiva la maglia nerazzurra – in occasione delle semifinali della scorsa edizione della Coppa Italia, la Corte di Cassazione ha usato il pugno duro. Si è pronunciata a riguardo proprio quest’oggi e ha confermato, come prevedibile, la validità del Daspo per il quale aveva optato la questura di Torino.
Destinatario del provvedimento è un tifoso bianconero, residente a Vibo Valentia, che era partito alla volta di Torino per sostenere la propria squadra del cuore. Peccato solo che, da questo momento in poi, a causa dei cori razzisti di cui si è “macchiato”, non potrà più vederla dal vivo. E che avrà difficoltà a tifare per essa anche da casa, considerando che la Cassazione non ha alleggerito neanche un po’ il provvedimento preso nei suoi riguardi.
Juventus, il Daspo è valido: il tifoso resta a casa
Al tifoso in questione era stato impartito l’obbligo, come ricorda l’Ansa, di presentarsi presso la Questura della sua città alla fine del primo tempo di ogni partita della Juve. Per i prossimi cinque anni, come se non bastasse.
La Cassazione ha dunque ritenuto valido il Daspo spiccato dalle forze dell’ordine torinesi, ma la Procura, al tempo stesso, ha chiesto che il fatto venga archiviato perché “tenue”. A nulla è valso, in ogni caso, il ricorso presentato dal supporter calabrese, che lamentava il fatto che il provvedimento a suo carico non tenesse conto “del comportamento del giocatore”. Reo, a suo dire, di aver “provocato il pubblico”.