Insulti e denunce nei pressi di Milano. Ancora una volta il calcio offre il volto peggiore di sé. A pagarne le conseguenze un campionato storico.
Il calcio offre sempre più spesso il suo lato peggiore. Nelle ultime settimane lo sport più bello del mondo ha perduto due delle sue stelle più brillanti: Franz Beckenbauer e Gigi Riva.
Riyad, in Arabia Saudita, è stata la sede prescelta per le finali di Supercoppa spagnola ed italiana. Prima della gara tra Real Madrid e Barcellona, è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare il difensore della Germania e del Bayern Monaco. Il pubblico arabo ha fischiato.
Prima della gara tra Inter e Napoli, è stato osservato, invece, un minuto di silenzio per ricordare l’attaccante della Nazionale azzurra e del Cagliari. Il pubblico arabo ha fischiato. Tedeschi ed italiani si sono sentiti offesi per un tale, oltraggioso comportamento.
Soltanto dopo si è saputo che i fischi ‘arabi’ non rappresentano una palese mancanza di rispetto, ma nascono dal fatto che tale cultura non considera il ricordo dei morti. Ascoltare quei fischi ha fatto male, ma gli italiani possono dare davvero lezioni di cultura sportiva?
Sospeso lo storico campionato
Gli insulti, volgari e razzisti, rivolti al portiere del Milan, Mike Maignan, e partiti dagli spalti dello Stadio Friuli di Udine in occasione di Udinese-Milan, sono soltanto l’ultima italica vergogna calcistica.
Ed il cattivo esempio si propaga a macchia d’olio fino a toccare uno storico campionato. Nel 2024 non vi sarà il Torneo Oratori e la motivazione è la peggiore possibile: “troppi episodi deprecabili in campo e sugli spalti“, come tristemente ci informa rainews.it.
E così un campionato per i giovani, da quasi tre decenni organizzato dalla Diocesi di Pavia, deve alzare bandiera bianca dinanzi ad episodi sempre più inaccettabili ed incontrollabili. Anche un torneo nato per insegnare le basilari regole dello sport, viene oltraggiato dal tifo “organizzato” della peggiore specie.
Altro che rispetto per gli avversari, per le decisioni dell’arbitro ed il piacere di vivere un’emozione sportiva seppur nella sconfitta. Anche lì sono arrivati gruppi ‘guidati’ da adulti che offendono gli avversari e che, con il loro atteggiamento, influenzano negativamente i giovani in campo.
Anche all’oratorio, pertanto, e purtroppo, si riprende a piene mani dai cattivi esempi che il ‘calcio dei grandi’ settimanalmente ci regala.