Innamorato dell’Inter, si è fatto anche il suo nome per quanto riguarda i possibili successori del tecnico livornese.
Scricchiola la panchina di Max Allegri e non potrebbe essere altrimenti dopo le quattro gare senza vittoria che sono state un colpo durissimo per le ambizioni scudetto dei bianconeri. Empoli, Inter, Udinese e Verona: partite in cui la Juventus ha racimolato a malapena due punti, assolutamente insufficienti per restare in scia ai nerazzurri di Simone Inzaghi, ormai lanciatissimi verso il tricolore.
Il tecnico livornese c’ha provato a tenere tutti con i piedi per terra – per diverso tempo non ha pronunciato la parola “scudetto” – ma in seguito ai risultati ottenuti nella prima parte della stagione – la Signora è rimasta imbattuta da settembre a febbraio – in tanti si erano illusi che la Juve potesse realmente competere per il titolo con una corazzata come l’Inter, più avanti nel “progetto” rispetto ai bianconeri. Il club di via Druento, in ogni caso, nutre ancora fiducia nei confronti di Allegri ma se fino a un mese fa si parlava di rinnovo, ora una sua eventuale riconferma appare decisamente più difficile.
Innamorato dell’Inter, Simeone alla Juve “non sarebbe una rivoluzione”
In caso di separazione a fine stagione – Allegri ha ancora un anno di contratto – il direttore sportivo Cristiano Giuntoli virerebbe probabilmente su un allenatore dalle caratteristiche diverse da quelle del tecnico toscano, criticato per il suo gioco troppo speculativo.
Ed assisteremo quasi certamente al cosiddetto “valzer” delle panchine. Improbabile dunque che a Torino sbarchi Diego Simeone, che a fine anno potrebbe salutare dopo oltre un decennio l’Atletico Madrid, ieri sconfitto dall’Inter nell’andata degli ottavi di Champions League. Si è fatto anche il suo nome per quanto riguarda i possibili successori di Allegri ma il giornalista di Tuttosport Raffaele Riverso ci crede poco. “Se Simeone dovesse tornare in Italia – ha detto durante la trasmissione TiAmoCalciomercato su TvPlay – potrebbe farlo alla Lazio. Un suo arrivo alla Juve non sarebbe quella “rivoluzione” che tutti si aspettano”.