Pugni all’arbitro, è arrivata la condanna per un momento di follia. Il calcio colpito in pieno volto con inaudita ed intollerabile violenza.
Il calcio sta diventando sempre più altro. Ci si sta dimenticando di raccontare lo sport più bello del mondo attraverso lo studio e lo sviluppo delle più moderne tattiche di gioco. Si è perso il gusto di andare a seguire direttamente, o anche soltanto in tv, i giovani talenti in erba che sbocciano sui campi di periferia.
Si è invece costretti a parlare degli aspetti più inquietanti che questo sport può presentare. Allora via a disquisire riguardo le centinaia di milioni di euro di debiti delle società professionistiche e, sempre più spesso, della violenza, verbale e non soltanto, che in maniera sempre meno episodica infesta i nostri campi di calcio.
Un malcostume, ed una piaga, che sembra non sia possibile ‘arrestare’ in alcun modo.
Pugni all’arbitro, è arrivata la condanna
In queste ore è arrivata la condanna per Mihai Coman, giocatore romeno de L’Aquila, formazione multietnica anconetana che il 7 aprile 2018 ha incontrato il Piano San Lazzaro per una gara valevole per il campionato di Terza Categoria.
Una gara terminata al 27esimo minuto della ripresa, qualche minuto dopo che l’inaudita violenza di Mihai Coman si era scatenata sul volto dell’arbitro, Christian Guarino, attraverso due pugni ben assestati. “Trasferito all’ospedale fu dimesso con un trauma cranico, al rachide e all’occhio, per una prognosi finale di 35 giorni”, come riportato da corriereadriatico.it.
La colpa dell’arbitro? L’aver concesso una rimessa dal fondo invece di un calcio d’angolo e poi di avere espulso il giocatore per le reiterate proteste e le minacce allo stesso direttore di gara.” Ti spacco la faccia”, è stata una delle frasi, la meno violenta, pronunciata dal giocatore ed i due pugni sferrati sul viso dell’arbitro avevano questa precisa intenzione.
Il giudice ha inflitto al giocatore de L’Aquila “tre mesi di reclusione, con la sospensione della pena subordinata ad una provvisionale di 2mila euro da pagare in sei mesi da quando la sentenza passerà in giudicato, a fronte di una richiesta di risarcimento di 10mila euro”.
Un’altra sentenza, legata al calcio, letta da un giudice. Un’altra clamorosa sconfitta. La peggiore.