Nasce la nuova Superlega: i club hanno ripreso i colloqui con la società promotrice A22. “Ci sono ancora tante idee sbagliate”.
C’è tanta curiosità riguardo alla “nuova” Champions League, che aprirà i battenti a partire da settembre. La Uefa, dopo il caos relativo alla Superlega, ha deciso di effettuare un corposo restyling alla manifestazione regina, apportando cambiamenti sostanziali. Addio ai gironi da quattro squadre: dalla prossima edizione ci sarà un unico girone con ben quattro club in più (36 invece di 32).
Ed ogni squadra giocherà almeno otto partite, quattro in casa e quattro fuori casa. Le prime otto si qualificano direttamente agli ottavi, mentre le altre si cimenteranno in un complesso meccanismi di playoff. La speranza dei tifosi bianconeri è che ovviamente ci sia anche la Juve: la Signora è assente ormai da ottobre 2022, quando uscì clamorosamente ai gironi arrivando terza dietro a PSG e Benfica. Finire tra le prime 4 – o addirittura tra le prime 5, visto che da quest’anno potrebbe qualificarsi anche la quinta, tutto dipenderà dal ranking – non dovrebbe essere un problema per la squadra di Massimiliano Allegri, attualmente terza e con 10 punti di vantaggio sulla quinta, la Roma.
Nasce la nuova Superlega, Reichart ha incontrato alcuni club di Premier League
Sullo sfondo, però, resta sempre in ballo la questione Superlega, a cui la Juve in un primo momento aderito abbastanza convintamente per poi defilarsi la scorsa estate.
Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea dello scorso dicembre, la società A22 – la promotrice della Superlega – sta accelerando, cercando di capire se il progetto possa decollare o meno. Come riporta l’agenzia britannica PA Media, A22 avrebbe ripreso i colloqui con alcune squadre della Premier League, che nell’aprile 2021 si erano subito ritirati dopo le proteste dei loro stessi tifosi. “Tutti stanno cercando di farsi un’idea di cosa potrebbe significare tale sentenza – ha detto l’amministratore delagato Bernd Reichart – È un obbligo professionale dei club sapere cosa questo cambiamento nella governance nelle competizione europee potrebbe significare per tutto il movimento”. “Nel Regno Unito ci sono ancora tante idee sbagliate – ha proseguito – che vanno sfatate e bisogna riuscire a spiegarci meglio, ma non è mai stato l’intento di questa iniziativa quello di staccarsi dai club della Premier League e mai lo sarà”.