Dossieraggio Juve. L’inchiesta di Perugia inizia a rivelare verità che gettano ombre inquietanti sull’operato di alcuni magistrati e giornalisti.
Le ultime notizie riguardano il sostituto procuratore antimafia, Antonio Laudati, che ha scelto di non presentarsi all’interrogatorio in procura a Perugia. Pertanto nessuno chiarimento diretto con il procuratore capo, Raffaele Cantone, riguardo i presunti accessi non autorizzati alle banche dati del suo ufficio operati da Pasquale Striano, luogotenente della Guardia di Finanza.
Una vicenda che si arricchisce ogni giorno di novità inquietanti. Un dossieraggio capillare che ha visto protagonisti ‘inconsapevoli’ personaggi del mondo della politica, dello spettacolo e dello sport. Anche la Juventus è stata costantemente ‘monitorata’. Per quanto attiene la società bianconera stanno emergendo particolari inquietanti. La Juventus è stata ‘spiata’ in tempi ben precisi, valutati con scientifica attenzione.
I momenti prescelti erano i passaggi particolarmente delicati che hanno segnato la presidenza di Andrea Agnelli. Da quanto emerge dall’inchiesta di Perugia sono almeno quattro le situazioni in cui la società bianconera è stata messa sotto stretta osservazione. I giorni del celeberrimo esame di Suarez all’Università di Perugia, così come nei momenti più caldi che hanno posto la Juventus in primo piano durante il progetto Superlega.
Il terzo momento è stato il ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus dopo due anni e, in ultimo, le ore decisive per la cessione di Cristiano Ronaldo, particolarmente importante per le ripercussioni a livello economico. Secondo gli inquirenti queste ‘attenzioni’ particolari nei riguardi della Juventus non avevano un fine benevolo. Anzi. La precisa volontà era creare seri problemi alla dirigenza guidata da Andrea Agnelli.
Magari costringerla alle dimissioni. Ricorda nulla?
Dossieraggio Juve
Il direttore di Telelombardia, Fabio Ravezzani, ha pubblicato un post sul suo profilo X, che si riferisce, specificamente, al dossieraggio sulla Juventus.
“Questo spiega molto. Direi tutto. C’è un potere parallelo Giudiziario e informativo deviato dal tifo che vede nella Juventus un nemico da controllare, combattere e possibilmente distruggere con ogni mezzo. Il sonno della ragione genera i mostri“.
Una vicenda che pone sotto una luce diversa anche l’inchiesta Prisma e tutto quanto ne è derivato, dalle dimissioni dell’intero CDA bianconero fino ai processi per arrivare poi alle penalizzazioni ed all’esclusione dalle coppe europee.
Il tifo che si trasforma in odio, in desiderio di annichilire l’avversario, visto come il nemico da eliminare. Non importa quali strumenti si utilizzino, l’importante è raggiungere il fine: distruggere la Juventus.
La domanda che sorge spontanea è: chi voleva distruggere la Juventus? Solo un tifo ‘malato’ oppure vi era qualcos’altro o qualcun altro?