“Ritorno di Andrea Agnelli”. La crisi della Juventus ha toccato un tale punto di non ritorno che qualcuno ripensa all’ex presidente dimissionario.
“Il cambiamento impone la reazione“, cantava Pierangelo Bertoli, nel suo brano, Certi momenti. La crisi della Juventus impone una reazione forte che spinga verso un autentico cambiamento che ponga fine a questo umiliante filotto di risultati negativi.
Certi momenti impongono una volontà comune di uscire dalla crisi. In questo momento sembra che l’intero ambiente bianconero sia nell’occhio del ciclone e non abbia, minimamente idea, di come uscirne.
E’ questa la maggiore preoccupazione dei tifosi della Juventus. L’assistere ad un caduta che prosegue ininterrottamente senza che nessuno provi ad arrestarla. In questo momento di estrema difficoltà il pensiero è rivolto ai nuovi quadri dirigenziali voluti da John Elkann.
Figure tecniche, dottori commercialisti ed esperti di norme, sportive e non, per superare, soltanto un anno fa, un altro momento di estrema difficoltà, legato agli sviluppi dell’inchiesta Prisma.
Ora, però, dove le risposte del campo hanno la priorità assoluta, la dirigenza ‘troppo tecnica’ lascia filtrare non pochi dubbi.
“Ritorno di Andrea Agnelli”
Il post pubblicato da Salvo Cozzolino, fondatore di ju29ro Team, nonché piccolo azionista della Juventus, induce a profonde riflessioni non soltanto sul momento della società bianconera, ma anche, e soprattutto, su chi è chiamato a trovare la soluzione risolutiva.
Ha scritto Salvo Cozzolino: “La crisi della Juventus ha motivazioni molto più profonde di un semplice allenatore o di una rosa inadeguata. Fa molto più male una società inesistente, composta da figuranti di secondo livello. Oggi più che mai servirebbe il ritorno di Andrea Agnelli e della sua visione strategica“.
Già, Andrea Agnelli. Il presidente dei nove scudetti consecutivi. Lo stesso presidente, però, che ha sulla coscienza l’allontanamento di un dirigente dello ‘spessore’ di Beppe Marotta, che ha dato, di fatto, inizio alla sua fine. Un presidente che ha commesso gravi errori, affidandosi troppo a profili ‘non di spessore’.
La sola attenuante è che ciascuna sua decisione, giusta o sbagliata che fosse, ha sempre inseguito il fine ultimo di vedere una Juventus sempre più grande. Forse troppo grande.
La Juventus di oggi ha in società soltanto Cristiano Giuntoli come juventino ‘vero’ e non per diritto ereditario o per facciata. Ma il neo direttore tecnico bianconero è colui che conta di meno in mezzo a John Elkann, Gianluca Ferrero e Maurizio Scanavino.
L’attacco di Salvo Cozzolino rigira il coltello all’interno di una piaga presente da tempo sulla pelle del tifoso della Juventus.
La crisi della @juventusfc ha motivazioni molto più profonde di un semplice allenatore o di una rosa inadeguata. Fa molto più male una società inesistente, composta da figuranti di secondo livello. Oggi più che mai servirebbe il ritorno di @andagn e della sua visione strategica. pic.twitter.com/HrCiMMVyad
— Salvo Cozzolino (@CozzolinoSalvo) March 31, 2024