Juventus, presidente fatto fuori. La società bianconera, da poco più di un anno, ha cambiato, forzatamente, i quadri dirigenziali. E non tutti sono soddisfatti.
28 novembre 2022, la sera delle dimissioni dell’intero CDA della Juventus presieduto da Andrea Agnelli. La fine di un’era durata poco più di un decennio, che aveva portato risultati irripetibili e bilanci non più controllabili.
John Elkann, come già nel 2006, ha raccolto i cocci e tentato di porre immediato rimedio. In pochi giorni ha messo su una nuova dirigenza. Uomini di sua fiducia. Esperti di contabilità e gestione aziendale perché la priorità era tirare fuori la Juventus dalle ‘sabbie mobili giudiziarie’ causate dall’inchiesta Prisma.
Un nuovo presidente, Gianluca Ferrero ed un nuovo amministratore delegato, Maurizio Scanavino, già AD del gruppo editoriale GEDI. Professionisti conosciuti e stimati ma che mai hanno avuto a che fare con la gestione di una società di calcio, al giorno d’oggi un’azienda ‘sui generis’, ma pur sempre un’azienda.
Nessuna figura di campo e di calcio, né, tantomeno, personaggi simbolo della storia bianconera che potessero, in qualche modo, accendere, o riaccendere, la passione. In politica la nuova dirigenza della Juventus si sarebbe definita come ‘un governo tecnico’, con la conseguente, naturale, assoluta, inevitabile mancanza di empatia.
Presidente sotto attacco
Graziano Carugo Campi si è soffermato sulla figura del presidente della Juventus e, più in generale, sull’attuale dirigenza bianconera. Un affresco chiaro, dipinto sul suo profilo X e, in verità, non troppo edificante per il tifoso della Juventus.
“Alla Juventus manca un presidente che sappia gestire chi lavora sotto di lui. E’ un modello che vedo e rivedo ogni giorni nel mondo del lavoro: tante teste che si scannano tra loro senza avere una direzione unica, tutti che si sentono i migliori, colpe che si scaricano a turno“.
Una società Juventus che, al momento, sembra avere soltanto il volto del suo direttore tecnico, Cristiano Giuntoli. Attorno sembra esserci soltanto il vuoto, poiché gli altri protagonisti, pur essendo validi professionisti, non ‘masticano’ calcio, ‘ignoranti’ delle sue regole scritte e, soprattutto, di quelle non scritte.
Andrea Agnelli, per oltre un decennio, è stato un presidente ‘decisionista e competente’. Per quasi otto anni le sue decisioni sono state ‘perfette’, dopo ha inanellato una serie di errori di valutazione e di scelte le cui conseguenze si stanno sentendo, e scontando, ancora oggi. Beppe Marotta dove sei?