Exor, adesso è ufficiale: ora che l’accordo è raggiunto, sono in arrivo soldi a palate. Ecco cosa è successo.
Nel 2021, come qualcuno probabilmente ricorderà, l’azienda Philips era finita nel mirino per alcuni problemi causati da uno dei suoi prodotti. Dai ventilatori Respironics, nello specifico, che si era provveduto a richiamare per problemi di sicurezza. Erano, così pare, difettosi.
Ebbene, la questione è adesso chiusa e il gigante olandese, per effetto dell’accordo raggiunto con le autorità statunitensi, ha fatto un balzo in Borsa niente male. La società, questi i termini dell’accordo, pagherà 1,1 miliardi di dollari per porre fine alle controversie. Una somma ben più bassa di quella che gli analisti, in precedenza, avevano stimato.
Ma torniamo alla Borsa. Il prezzo delle azioni dell’azienda è salito all’incirca del 30%: ad Amsterdam ha chiuso a quota 25,54 euro, con un picco di 29 nel corso della giornata. Questo significa che il valore della partecipazione della famiglia Agnelli-Elkann, attraverso la holding Exor, si attesta adesso a quota 3,5 miliardi di euro. Quasi un miliardo in più di quelli che la famiglia investì in Philips lo scorso agosto. E anche la stessa Exor, per tutta risposta, ha registrato ad Amsterdam un aumento significativo del 4%.
Philips vola in Borsa, Exor pure: ecco cosa è successo
L’accordo raggiunto è stato provvidenziale per Philips, il cui problema dei ventilatori Respironics aveva avuto delle ripercussioni non indifferenti sui risultati finanziari e anche sul valore delle azioni, nell’ultimo triennio.
Raggiungere l’intesa ha permesso di evitare perdite ancor più elevate: gli analisti stimavano che potessero aggirarsi tra i 2 e i 4 miliardi di dollari, ma i più catastrofici avevano parlato addirittura di 10. Alla fine, quindi, l’accordo è stato più che vantaggioso. Lo stesso prevede anche che le assicurazioni rimborsino 540 milioni di euro nel corso dell’anno. Non si pensi, però, che Philips stia ammettendo le responsabilità per le lesioni provocate dai dispositivi sotto accusa.
L’accordo riguarda, più che altro, le richieste di risarcimento pervenute nei tribunali del Paese a stelle e strisce, insieme alla richieste che potenzialmente potrebbero arrivare al registro del censimento.