Juventus Medical, il rischio c’è. Le ultime dichiarazioni in merito al suo stato di salute non sono per niente rassicuranti.
L’inaspettata e prematura eliminazione di Novak Djokovic dagli Internazionali d’Italia ha cambiato le carte in tavola. Se fosse stato in grado di vincere, sarebbe arrivato ai piedi della Tour Eiffel con una certezza indissolubile: che per i suoi avversari sarebbe stato difficilissimo, cioè, spodestarlo.
Adesso, invece, Jannik Sinner potrebbe salire in vetta al ranking Atp anche nel caso in cui, malauguratamente, non dovesse giocare al Roland Garros. È una questione di puri e semplici calcoli: l’azzurro sorpasserà Nole non appena il serbo scarterà i punti vinti lo scorso anno allo Slam parigino, a meno che l’attuale numero 1 del mondo non riesca, in Francia, ad arrivare in finale. Si gioca sul filo del rasoio, dunque, sebbene in ballo ci siano ben altri problemi.
Relativi soprattutto, come facilmente intuibile, alle attuali condizioni del campione di San Candido. Non ci sono notizie certe circa il suo stato di salute, sebbene nella giornata di lunedì, secondo i rumors, sia sceso in campo per allenarsi. Senza racchetta, solo per muoversi un po’. Il timore, alla luce di tanto silenzio, è che la partecipazione al Roland Garros sfumi irrimediabilmente.
Panico allo Juventus Medical: il rischio c’è
Sinner, come noto, si sta curando allo Juventus Medical, ma il riserbo sulle notizie che lo riguardano è stato, finora, massimo.
Una dichiarazione preoccupante in merito è tuttavia arrivata dal chirurgo ortopedico e coordinatore dello staff medico della Lazio Fabio Rodia, che intervenendo a La politica nel pallone, su Rai Gr Parlamento, ha detto qualcosa di molto preoccupante. “Tempi di recupero da un infortunio all’anca? Bisogna capire bene qual è l’indicazione. Se il problema dovesse risolversi col riposo e con la terapia fisica, è chiaro che con qualche settimana il problema potrebbe migliorare e permettere una ripresa graduale dell’attività”.
“Se si dovesse procedere dal punto di vista chirurgico la prognosi sarebbe molto più lunga – ha aggiunto subito dopo – In quel caso servirebbero diversi mesi“. Lo spettro di un lungo stop insomma, c’è. A meno che la situazione non sia un po’ più semplice di quanto si tema.