Morto un noto bomber di provincia che ha legato la sua carriera a diversi club del centro e sud Italia: se ne va a 86 anni
Non è mai facile dire addio a calciatori che in un modo o nell’altro hanno rappresentato a lungo i colori di una squadra. Quando ci lasciano capiamo ancora meglio il loro impatto che hanno avuto nel calcio attuale e quanto siano stati avanti, nei loro migliori anni, in molti aspetti.
Se n’è andato poche ore fa un attaccante vecchia scuola, simbolo di un calcio ormai in estinzione di cui sentiamo sempre più la mancanza. Portano la sua firma diverse imprese, soprattutto quelle ultimate con addosso la maglia amaranto dell’Arezzo che ha onorato per molte stagioni tra Serie B e C.
È scomparso all’età di 86 anni l’attaccante Silvano Flarobea, ex pilastro dell’Arezzo dei primi anni 60′, ma anche grande talent scout e allenatore.
La città di Arezzo, ma non solo, piange la scomparsa di Silvano Flarobea, ex attaccante della squadra locale negli anni d’oro vissuti in Serie B. Con la maglia amaranto, che egli amava come poche altre cose al mondo, ha scritto pagine indimenticabili di sport assieme all’allenatore Cesare Meucci e ai colleghi Ferrari e Merol.
Nato nel 1938 a San Michele Veneziano, comune di 11mila abitanti della provincia di Venezia, ha cominciato a giocare nel Portogruaro, per poi spostarsi ad Arezzo in quella che sarà la sua prima esperienza in Toscana (vissuta perlopiù in Serie C). Poi Como, Civitanovese, Reggina e infine ancora Arezzo, con cui giocherà da protagonista una Serie B rimasta negli annali del club. In totale con la maglia amaranto ha messo a segno 47 gol.
Oltre a essere stato un abile attaccante, Flarobea ha lavorato per tanti anni come talent scout in tante squadre di Serie A, tra cui Milan e Parma. In Emilia, in particolare, ha scoperto un certo Tino Aprilla, attaccante colombiano che avrebbe segnato radicalmente la storia dei crociati. Ma sono davvero tanti i talenti scoperti da Silvano che amava il calcio come poche altre cose al mondo.
I funerali del centravanti veneziano si sono svolti presso la Chiesa del Sacro Cuore di Piazza Giotto di Arezzo: un modo ulteriore per confermare il forte legame che vi era tra l’ex calciatore e la città toscana che lo ha accolto agli albori della sua carriera.
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