Clamoroso in Formula 1. Non ci sono più dubbi, è davvero finita: addio al tre volte campione del mondo Max Verstappen
“Squadra che vince non si cambia”, recita una delle più note massime sportive. Ciononostante, pur vincendo, anzi dominando, da tre stagioni in Formula 1, la Red Bull del futuro sarà molto diversa di quella che sta facendo mangiare la polvere alla concorrenza anche nel Mondiale 2024.
La guerra intestina alla scuderia di Milton Keynes – scoppiata in conseguenza dell’Hornergate, le accuse di comportamento inappropriato nei confronti di una dipendente a carico del team principal Chris Horner, poi assolto da ogni addebito al termine di un’inchiesta interna – continua a covare sotto la cenere.
Dopo l’addio di Adrian Newey (nella prossima stagione), il mago dell’aerodinamica che ha firmato tutte le monoposto Red Bull, una probabile ‘vittima collaterale’ della faida che dilania la scuderia di Milton Keynes, si è consumato un altro addio nel box, anzi, al muretto del team anglo-austriaco.
In realtà, più che un addio è un arrivederci. Infatti, in occasione della prima sessione delle prove libere del Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna Max Verstappen non è stato seguito al muretto dal suo abituale ingegnere di pista, quel Gianpiero Lambiase cui è legato da un rapporto professionale e di amicizia che dura sin dal suo sbarco in Red Bull nel 2016.
A prendere il posto dell’ing. Lambiase al muretto durante la FP1 è stato Tom Hart, dal gennaio del 2020 performance Engineer della scuderia anglo-austriaca. Un turnover che non è una novità assoluta visto che è andato in scena anche durante il Gran Premio di Abu Dhabi della scorsa stagione.
Comunque, dopo la prima sessione di prove libere l’ing. Gianpiero Lambiase è tornato al suo abituale ruolo, con il tre volte campione del mondo che, quindi, è stato ‘orfano’ del suo tecnico di fiducia solo per il primo segmento delle prove libere.
Tuttavia, la mossa a sorpresa della Red Bull non è fine a se stessa, giusto per vivacizzare un ‘primo tempo’ delle prove libere che di solito non regala grandi emozioni essendo interlocutoria in quanto è quasi una sorta di ‘warm up’ prolungato.
Infatti, tale ‘cambio in corsa’ ha una suo perché: ruotando nelle varie mansioni, i tecnici della Red Bull acquisiscono una visione d’insieme che agevola la loro conoscenza di tutti i gangli vitali della monoposto migliorando così il confronto e lo scambio di informazioni tra di loro e con i piloti.
Non per nulla, non è escluso che tale turnover possa essere riproposto anche in altri Gran Premi. Insomma, “squadra che vince non si cambia” ma nel box della Red Bull si cambia per rimanere ai vertici della Formula 1.
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