Un grande volto dello sport è morto a soli 30 anni: il lutto scuote i tifosi in tutto il mondo, ecco cosa è successo
Si è verificato un altro lutto nel mondo dello sport, che sconvolge i tanti appassionati perché a perdere la vita è un ragazzo di soli 30 anni.
Impegnato fino a venerdì al Charles Schwab Challenge a Fort Worth in Texas, dove si era ritirato dopo 16 buche nel secondo giro, sabato mattina è venuto a mancare Grayson Murray, 58esimo al mondo e dal 2017 nel Pga Tour.
A darne l’annuncio è stato Jay Monahan, commisioner del circuito americano, che non ha però spiegato le cause del decesso, ma ha detto, dopo aver parlato con i genitori del golfista, che il torneo in cui era impegnato continuerà.
Nato a Raleigh, in North Carolina, il primo ottobre del 1993, aveva vinto due tornei, l’ultimo in gennaio alle Hawaii, il Sony Open, ma si era fatto notare ancor di più quando era più piccolo. Dopo aver conquistato tre titoli consecutivi nell’Img Junior World a partire dal 2006, infatti, lo statunitense era diventato il secondo giocatore più giovane a superare il taglio in un evento del Korn Ferry Tour, all’età di 16 anni, partecipando anche agli US Open del 2013 a Merion come dilettante.
Mondo del golf in lutto: a 30 anni è morto Grayson Murray
Una perdita improvvisa di questo tenore, di sicuro non può lasciare indifferenti tutti coloro che amano lo sport, anche per come è arrivata.
Non si possono non citare le sue condizioni psicologiche nell’ultimo periodo. Aveva ammesso, infatti, di avere problemi di depressione legati all’abuso di alcol. “Credo che l’alcol abbia fatto emergere un lato di me che ero io. In un certo senso era il mostro che c’era in me”, aveva rivelato. E ha aggiunto che aveva pensato in più occasioni di aver pensato di rinunciare al golf e anche a se stesso e alla vita.
Parole che adesso fanno venire i brividi per come sono andate le cose. Anche perché lascia una fidanzata, che è stato il suo grande amore e che ha ammesso in più occasioni di voler sposare: “Quando sei stanco di combattere, lascia che qualcun altro combatta per te”. Insomma, anche per il talento di cui stiamo parlando, è una perdita che si fa fatica ad assimilare per tutto il mondo dello sport e di cui si discuterà ancora per un bel po’ di tempo.