Arriva l’annuncio sulla penalizzazione inflitta alla Juventus riapre una ferita che non si è mai rimarginata e che fa infuriare i tifosi
La Juventus e Massimiliano Allegri hanno trovato l’accordo. Esonerato dopo quanto accaduto in occasione della finale di Coppa Italia del 15 maggio, dove è andato letteralmente in escandescenze dentro e fuori dal campo, Max Allegri si è visto notificare nei giorni scorsi il licenziamento per giusta causa.
Ebbene, con un autentico colpo di scena la società bianconera e il tecnico livornese hanno reso noto di “aver concordato la risoluzione del contratto al termine della attuale stagione sportiva“. Nel suddetto comunicato, come da prassi, la ‘Vecchia Signora” ringrazia Allegri per “i risultati sportivi conseguiti nel corso degli anni in bianconero“.
Dunque, se si chiude definitivamente il dossier ‘Allegri’, un altro che sembrava archiviato improvvisamente si riapre: infatti, è arrivato l’annuncio ufficiale che manda su tutte le furie i tifosi bianconeri.
La penalizzazione di 10 punti inflitta alla Juventus nell’ambito del processo sportivo per le c.d. ‘plusvalenze fittizie’ – che è costata la partecipazione all’edizione della Champions League appena conclusasi e, per effetto dell’esclusione per un anno dalla coppe europee decisa dall’Uefa, anche a quella della Conference League – è una ferita che non si è mai cicatrizzata.
E ora a gettare sale su tale ferita è il post su ‘X’ di Fabio Ravezzani in cui il Direttore di Telelombardia scrive che la Juventus è stata inchiodata alle sue responsabilità dalle intercettazioni: “Le plusvalenze gonfiate negli anni sono state utilizzate (e indagate) da molti club: se la sono cavata sostenendo che il valore di un calciatore non è definibile con certezza. La Procura di Torino con intercettazioni telefoniche e ambientali ha incastrato la Juve quotata in Borsa”.
Insomma, secondo Ravezzani, sono stati riscontri oggettivi come le intercettazioni a inchiodare alle loro responsabilità i bianconeri che, pertanto, non possono considerarsi vittime di un complotto ordito ai loro danni.
Ragion per cui, va da sé, nessun trattamento di favore per le altre società di una Serie A in cui gonfiare le plusvalenze è una pratica diffusa come conferma l’indagine aperta dalla Procura della Repubblica capitolina su alcune operazioni di mercato della Roma imbastite, nello specifico, con l’Atalanta, l’Inter, Napoli, Sassuolo e la stessa Juventus per un totale di 96 milioni di euro.
Ma a finire sotto inchiesta per false comunicazioni sociali sono anche i club con i quali i giallorossi hanno messo in piedi, tra il 2017 e il 2020, gli scambi finiti sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti capitolini – con i relativi atti trasmessi alle Procure competenti – tra cui il Sassuolo, l’Atalanta e l’Inter.
In particolare, ai nerazzurri freschi campioni d’Italia cui si contesta l’operazione, perfezionata nell’estate del 2018, che ha portato Radja Nainggolan in nerazzurro e Davide Santon e Nicolò Zaniolo alla Roma.
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