Doping, accuse gravissime ma niente sanzioni: la vicenda si tinge di giallo, ecco cosa è accaduto nelle scorse ore.
23. Tanti furono, come qualcuno senz’altro ricorderà, gli atleti cinesi implicati, ai tempi dei Giochi di Tokyo, in un vero e proprio scandalo. Erano dei nuotatori e tutti, nessuno escluso, risultarono positivi alla trimetazidina, Tmz per gli addetti ai lavori.
Si tratta, in sostanza, di un farmaco per il cuore, che all’occorrenza è di supporto per migliorare le prestazioni atletiche. Peccato solo che utilizzarlo in vista di una competizione importante come quella del 2020 non sia, appunto, raccomandabile, oltre che espressamente vietato dal regolamento. Nonostante la loro positività, gli atleti in questione non ricevettero alcuna sanzione. La Wada, vale a dire l’Agenzia mondiale antidoping, sposò in toto la versione che le autorità cinesi diedero rispetto ai fatti contestati.
Evidenziarono che la positività degli atleti finiti nel mirino fosse dovuta ad una contaminazione alimentare, il che fu sufficiente a scagionare i 23 nuotatori “incriminati” dalla pesantissima accusa di doping pre-Olimpiadi. Peccato solo che alcuni di questi atleti siano tornati, proprio nelle scorse ore, nel mirino.
Undici dei ventitré nuotatori cinesi coinvolti nello scandalo di Tokyo 2020 saranno a Parigi per i Giochi di quest’anno. Lo ha confermata la presenza dei loro nomi nella lista del team da poco annunciata in diretta da Pechino.
E fin qui non ci sarebbe nulla di strano, essendo stati scagionati dalle accuse perché innocenti, ma è probabile che le polemiche non mancheranno. La vicenda della trimetazidina era emersa solo nello scorso mese di aprile, nel momento in cui l’emittente tedesca Ard e il New York Times avevano pubblicato degli articoli in proposito.
Le critiche nei confronti della Wada erano state piuttosto feroci: all’Agenzia mondiale antidoping si contestava di aver taciuto per tutto questo tempo. Gli Stati Uniti, in particolar modo, ne avevano dette di ogni: l’Usada aveva parlato dell’accaduto come di un “potenziale insabbiamento” e poco importa che le accuse siano state respinte dai diretti interessati. La Wada, in virtù di ciò, invierà comunque una squadra di verifica in Cina, onde appurare che il programma antidoping del Paese sia conforme a quanto prescritto. E Pechino, come scrive Sport Mediaset, ha garantito che collaborerà a questa verifica.
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