Si ritira un’icona della Nazionale, lacrime a Milano

Tifosi disperati e in lacrime: si ritira dalla Nazionale un’autentica icona le cui giocate funamboliche mancheranno a tutti

Niente da fare. Troppo forti le Furie Rosse per gli Azzurri. La Spagna ha battuto l’Italia con per 1-0 (maldestro autogol di Calafiori su cross di Nico Williams e successiva innocua spizzata di testa di Alvaro Morata) ma il punteggio sta stretto agli iberici.

Si ritira un'icona della Nazionale
Tifosi disperati (Ansa Foto) – Juvelive.it

Gigio Donnarumma ha fatto il fenomeno dicendo no per ben quattro volte agli uomini di De La Fuente. Insomma, come ha commentato nel post-partita un onesto Luciano Spalletti, “erano più forti e hanno meritato di vincere“. Se, dunque, i tifosi delle Furie Rosse festeggiano la qualificazione, con un turno di anticipo, agli ottavi di finale di Euro 2024, con annessa la certezza del primo posto nel girone B, i supporter azzurri, oltre alla delusione per il ko contro gli iberici, devono ingoiare un altro boccone amaro: il ritiro di un’icona della Nazionale.

Sergio Rodriguez dice addio al basket

Senza tema di apparire iperbolici, è la fine di un’epoca, quella del ‘Chachismo’. Ebbene, sì, a 38 anni compiuti da pochi giorni, Sergio Rodríguez Gómez da San Cristóbal de La Laguna, detto il ‘Chacho’, getta la spugna: ha, infatti, ufficializzato, tramite un post sul suo profilo Instagram, il ritiro dal basket.

Si ritira Sergio Rodriguez
Sergio Rodriguez (Ansa Foto) – juvelive.it

Eppure, al di là di un invidiabile palmares, ciò che resterà in eterno del ‘Chacho’, la sua eredità sportiva, è il ‘Chachismo‘, un modo di vivere la palla a spicchi con la stessa curiosità di un bambino, la voglia di imparare, migliorare e di divertire il pubblico divertendosi.

Ecco perché il ‘chachismo‘ è una vera e propria religione per i tifosi e gli appassionati di basket che di Sergio Rodriguez hanno apprezzato la fantasia e la velocità d’esecuzione che sono i tratti peculiari del genio. E, infatti, le sue giocate da funambolo hanno estasiato i tifosi, i suoi compagni e i suoi avversari. I suoi inverosimili assist, da vedere e rivedere all’infinito, sono capolavori da custodire in un’ideale galleria d’arte sportiva mentre la sua leadership è stato il valore aggiunto di ogni club di cui ha vestito i colori.

In sintesi, Sergio Rodriguez è stato un artista che in mano al posto del pennello o dello scalpello aveva una palla a spicchi. Motivo per il quale chi ha avuto la fortuna di viverlo – da compagno, da allenatore, da avversario o da semplice tifoso – non può che ringraziarlo per i suoi 21 anni di magie sui parquet di mezzo mondo.

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