Arriva una confessione choc in casa Juve da parte di un big: “Il momento di abbandonare il calcio”, si lascia andare. Un vero dramma!
Un dramma ha sconquassato la vita di uno dei big della Juve. Una cosa di cui nessuno sapeva nulla e solo nelle ultime ore è venuto alla luce, dopo la confessione del protagonista in una lunga lettera rilasciata a “The Players Tribune”. Il bianconero ha detto tutto, i tifosi sono senza parole e sotto choc. Nessuno poteva sapere quali mostri ci fossero dietro la carriera del campione.
Non è il primo né sarà l’ultimo esempio di quando la depressione arriva e ti sconvolge la vita. Non importa se tu sei uno dei calciatori più importanti del tuo club e della tua nazione, non importa la fama, il prestigio o il conto bancario. Davanti a questo nemico invisibile siamo tutti uguali. Ha confessato di aver avuto la depressione e il ritiro dal calcio non poteva che essere la diretta conseguenza. Era tutto finito. Prima di ricominciare a vedere la luce.
Il protagonista di questa assurda vicenda è Danilo, capitano della Juve e del Brasile. Il difensore ha confessato di aver iniziato a soffrire di questi stati di depressone intorno al 2015, quando era al Real Madrid e aveva 24 anni.
“Mi sentivo depresso, inutile, perso” è l’amara confessione del giocatore. Che poi entra nel dettaglio: “Dentro al campo non riuscivo a fare un passaggio di cinque metri mentre fuori è come se non riuscissi nemmeno a muovermi. Non avevo più passione per il calcio, volevo tornare a casa mia, in Brasile e non giocare più. Mi vedevo come un tizio che inspiegabilmente aveva firmato un contratto da 31 milioni di euro”. L’episodio più eclatante va in scena dopo un Real Madrid-Alaves, vinta 4-1 ma sull’unico gol avversario l’errore clamoroso fu proprio suo. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
“Pensai che chi gioca nel Real non può fare un errore del genere. Tornai a casa e non riuscii a dormire, e scrissi sul mio diario che era arrivato il momento di abbandonare il calcio”. Come sia andata poi lo sappiamo tutti. Danilo confessa di esserne uscito pian piano con l’aiuto della famiglia, l’amore dei figli e gli psicologi. A dire il vero l’incubo è tornato durante il Covid, ma lì fu la sua esperienza passata a permettergli di non ricascarci.
“Iniziai a parlare ogni giorno con il mio terapeuta, a leggere di più, a sfidare me stesso per essere un leader migliore e non sentirmi arrivato a 30 anni quando puoi rilassarti e pensare di aver fatto una buona carriera”. Ed è lì che è scattato ulteriormente qualcosa in lui, fino ad essere diventato un leader della Juve e del Brasile, con la doppia fascia da capitano. “Un onore immenso esserlo in bianconero, ma la gioia provata con la nazionale è incomparabile”.
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