La determinazione e la forza di volontà sono senza dubbio doti presenti nel carattere di Alex Zanardi ma dopo anni emerge un dettaglio folle
Nel mondo dello sport ci sono figure iconiche che nel corso degli anni diventano dei veri e propri miti grazie alle loro imprese sportive e non solo. Un personaggio come Alex Zanardi è entrato nel cuore di tutti i tifosi appassionati di sport e anche probabilmente in chi non ha mai seguito le sue gesta.
Negli ultimi decenni Zanardi è stato protagonista di imprese di diverse discipline prima di tutte, in ordine cronologico, quelle in Formula 1 dove è stato uno degli esponenti italiano nel mondiale di corse automobilistiche più celebri al mondo. Ovviamente la sua vita è stata caratterizzata dal tragico incidente che gli ha fatto perdere le gambe nel 2001 e da lì la sua vita è ovviamente cambiata ma senza mai abbandonare imprese sportive uniche.
Il dottor Claudio Costa, medico dei piloti da 40 anni, racconta un aneddoto su Alex Zanardi
Sulle pagine del Corriere della Sera, nei giorni scorsi è stata pubblicata una lunga intervista al dottor Claudio Costa, fondatore della “Clinica Mobile”. Si tratta di un medico che ha dedicato poco meno di quarant’anni della sua vita professionale nel curare i piloti e che quindi ha potuto raccontare al quotidiano milanese decine e decine di aneddoti sugli infortuni di alcuni dei più grandi uomini del mondo delle corse.
Dopo vari racconti su Valentino Rossi e Marco Simoncelli per la MotoGP, Costa ha svelato un ricordo di un infortunio al piede di Zanardi: “Ci conoscemmo che correva con la Lotus quando dovetti curargli delle fratture al piede e mi dissero subito che la domenica seguente avrebbe dovuto assolutamente correre a Hockenheim. Presi la valigia e partii con lui. Ricordo la telefonata della moglie. Mi precipitai in macchina e arrivai a Berlino”.
L’aneddoto ha lasciato sorpresi molti tifosi di Zanardi che è senza dubbio una persona che non ha mai smesso di lottare anche quando il suo fisico ha subito gravi infortuni. In merito a ciò, il dottor Costa ha finito il suo ricordo dicendo: “Alex era in terapia intensiva, lo portarono al pronto soccorso con meno di un litro di sangue in corpo. Seduto vicino al letto, iniziai a parlargli, sapendo che avrebbe sentito la mia voce”.
Immancabile un commento sulle condizioni odierne del campione nato a Bologna nel 1966: “Oggi invece sta correndo la gara più bella e importante della sua vita. Solo un corpo forte come il suo può resistere in quelle condizioni”, ha concluso il dottore.