Il campionissimo serbo ha messo in bacheca l’ultimo grande titolo che gli mancava, ma la storia non sembra esser finita qui
Una favola di sport come forse solo lui sarebbe stato in grado di scrivere. E infatti non solo l’ha scritta, l’ha dipinta su tela. Bagnandola con la vernice dei campioni e con le lacrime di chi insegue la medaglia d’oro olimpica dagli albori della sua carriera.
Novak Djokovic, semplicemente il tennista più vincente di tutti i tempi a livello di tornei del Grande Slam e di Masters 1000, ha messo la ciliegina sulla torta di un percorso agonistico ormai senza pari. Operato in artroscopia al menisco giusto due mesi esatti fa, il nativo di Belgrado non ha ceduto alla facile tentazione di mollare, allenandosi duramente in vista dei suoi due grandi obiettivi stagionali: Wimbledon e Parigi 2024.
Se ai Championships la missione è riuscita solo a metà, con una finale persa al cospetto di un Carlos Alcaraz spaziale, nella capitale francese il fuoriclasse slavo ha mostrato una concentrazione e una voglia di vincere senza pari. Alzi la mano chi non ha pensato le stesse cose rivelate da Paolo Cané, ospite di Casa Italia la sera della finale olimpica di tennis, a proposito dell’atteggiamento del serbo.
“Ho avuto la sensazione che Nole volesse la vittoria più di Carlos. Poteva essere fermato nella sua volontà solo sparandogli, perché avrebbe lasciato la vita sul campo“, le parole dell’ex tennista bolognese. Tutto vero. Così come il dovuto inchino ad un leggendario campione che ha stupito tutti ancora una volta.
Arrivato nella sala stampa dell’impianto parigino con la gioia dipinta sul volto ancora emozionato, il campione ha raccontato parte del percorso fatto per arrivare a coronare un sogno che la sua Serbia gli chiedeva da almeno 15 anni. Da quando si era affacciato con prepotenza e classe sulla scena mondiale tennistica.
“La convinzione di poter raggiungere i miei obiettivi è stata sempre più forte. Avevo chiaro in mente che questa sarebbe stata la mia ultima possibilità di vincere un oro olimpico e quindi dovevo concentrarmi ad ogni costo per raggiungere il mio obiettivo. Non c’è niente di meglio che vedermi sul podio e ascoltare l’inno serbo con la bandiera alzata“, ha esordito il 37enne.
“So di aver già vinto tutti i grandi tornei ma amo ancora troppo questo sport, amo competere e allenarmi ogni giorno, voglio continuare a migliorarmi e prendermi cura del mio corpo. Il tennis significa davvero molto per me e faccio del meglio per restituire tutto a questo sport. Nel 2028, quando ci saranno i Giochi Olimpici di Los Angeles, mi piacerebbe esserci“, ha rivelato Djokovic nella sorpresa generale.
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