Momento non esattamente felice per l’attaccante slavo, apparso abulico ed impreciso anche nell’ultima amichevole estiva
Ci risiamo. Dopo esser stato messo pesantemente in discussione sia dall’allora tecnico Massimiliano Allegri che dalla società – che un anno fa, di questi tempi, lavorava in piena sintonia col livornese – Dusan Vlahovic fa ora i conti anche con la crescente insoddisfazione del popolo bianconero.
E dire che nonostante tutto lo scorso anno il serbo ha contribuito con ben 16 gol ad una qualificazione Champions che ad un certo punto non era sembrata così scontata. Forse però, alla lunga, questa assenza di fiducia nelle sue capacità, nel suo essere ritenuto ‘un attaccante da Juve’ – un’etichetta che molto sta pesando nei giudizi sull’attaccante – sta pesando eccome sugli umori della piazza.
Già accreditato di una cessione lo scorso anno, quando Allegri aveva dato il via libera al suo addio in vista dell’arrivo, poi non concretizzatosi, di Romelu Lukaku, l’ex Viola ha risposto a suon di gol. Ci è voluto invero un po’ di tempo prima che il bomber carburasse, afflitto dai soliti problemi alla schiena che lo avevano già tormentato in passato, ma poi la resa – in particolar modo nel girone di ritorno – è stata ottima.
Dopo un Europeo in cui, magari non per colpe esclusivamente sue, è apparso l’ombra di se stesso, Vlahovic si è presentato alla Continassa voglioso di (ri)prendersi la Juve a modo suo. Segnando gol a grappoli. Le premesse però, non sembrano eccezionali.
Vlahovic, pioggia di critiche sui social: “In panchina o via”
Premettendo che il pre-campionato della nuova Juve di Thiago Motta è stato a dir poco deludente (zero vittorie e una prestazione largamente insufficiente nell’ultima uscita contro l’Atletico Madrid), il rendimento del serbo è stato in linea con quello della squadra.
Protagonista di una gara senza squilli, apparso impreciso tecnicamente e financo poco voglioso di lottare e di mettersi a disposizione dei compagni, l’ex Fiorentina si è attirato non poche critiche nel variegato mondo dei social.
C’è chi lo vorrebbe vedere in panchina, chi rimpiange il mancato arrivo di Joshua Zirkzee – tra l’altro esploso proprio agli ordini di Thiago Motta, il neo tecnico dei bianconeri – chi vorrebbe addirittura che fosse ceduto, utilizzando magari i proventi dell’addio per acquistare un bomber che effettivamente ‘sia da Juve‘.
Ecco ritornare la scomoda etichetta, la sentenza quasi inappellabile, che pende come un macigno, ormai da oltre due anni, sulla testa dell’attaccante. Chiamato ora, a partire dall’esordio casalingo in Serie A contro il neopromosso Como, a convincere gli scettici caricandosi sulle spalle l’ancora incerta e acerba Juve.