Lo regalano in prestito. La stagione della Juventus prosegue tra turni di campionato, Champions League e le voci, numerose, riguardanti le possibili prossime operazioni di mercato.
Udine ha portato la dote sperata. I tre punti che muovono la classifica e placano le voci di dissenso sparse un po’ ovunque e giunte da ognidove alla Continassa.
Qualche positiva prestazione, Khéphren Thuram, qualche recupero importante, Teun Koopmeiners, seppur lontano dalla condizione ottimale, regalano qualche sorriso. Martedì sarà nuovamente Champions League e la formazione di Thiago Motta è chiamata ad un difficile impegno in Francia contro il Lille. Nel club francese milita un prospetto che il direttore tecnico bianconero, Cristiano Giuntoli, segue da tempo immemore: Jonathan David. Il classe 2000, nato negli Stati Uniti ma con cittadinanza canadese, è obiettivo dichiarato in vista della prossima estate.
Ma non è il solo a comparire nella ‘magica lista’ del numero uno del mercato bianconero.
Lo regalano in prestito: Giuntoli c’è
L’attaccante del Lille è seguito da diversi top club europei, così come un altro nome che la Juventus sta seguendo da vicino in vista non soltanto in vista dell’estate, ma forse già per il prossimo gennaio.
Lo spunto concreto ce lo fornisce un post di Florian Plettenberg che ci fa sapere come non sia: “più escluso un trasferimento di Randal Kolo Muani nella prossima finestra di mercato invernale!”. Infatti il 25enne attaccante ed il PSG starebbero valutando opzioni che consentano al giocatore di poter essere utilizzato regolarmente. Per un siffatto elemento non può mancare l’interesse da parte della Premier League ma i ‘ritrovati’ buoni rapporti tra la Juventus ed il numero uno del club parigino, Nasser Al-Khelaifi, seguiti al ritorno del club bianconero nell’ECA, potrebbero agevolare una trattativa che potrebbe portare ad un doppio accordo. Non soltanto Randal Kolo Muani ma insieme all’attaccante anche il difensore centrale Milan Skriniar, altro elemento del PSG poco utilizzato dal tecnico spagnolo, Luis Enrique.
Difficile, ma non impossibile.