Esonero Thiago Motta, il tecnico si gioca la stagione e la panchina in un mese di gennaio di fuoco. Ecco cosa sta succedendo
Torino, Atalanta, Milan e Napoli in campionato, Bruges e Benfica in Champions League. Sei partite che valgono una stagione. Sei partite che quasi sicuramente decideranno il futuro di Thiago Motta.
Gli alibi sono finiti. La seconda sconfitta in stagione – in mezzo ad un mare di pareggi – brucia tantissimo dentro la Juventus. Il possibile primo trofeo della stagione è sfumato per delle scelte scellerate dell’allenatore. La sostituzione di Vlahovic, ancora adesso, è davvero inspiegabile. Come si può giocare per mezz’ora senza un attaccante di ruolo? Come si può immaginare di rimanere alti senza uno che fisicamente ti può aiutare a tenere qualche pallone, ad attaccare la profondità? Tant’è che dopo i due gol del Milan la Juve davanti non ha creato proprio nulla, zero. Nico Gonzalez non ha toccato un pallone, messo in mezzo dalla forza fisica di Tomori e Thiaw. Tutto scritto. E adesso la panchina scricchiola.
Esonero Thiago Motta: tutto a gennaio
Se la Juventus dovesse ancora mostrare tutti i limiti visti fino al momento nelle sei partite di prima, tutte racchiuse dentro un mese di gennaio di fuoco, pensare al cambio in panchina non sarebbe un pensiero troppo fantasioso.
Qualcosa circola, e la pazienza anche dentro Giuntoli – che ha voluto avviare questo progetto nuovo, quando alla Juve chi ha cercato di cambiare il Dna ha sempre fallito – potrebbe essere finita. A iniziò gennaio i bianconeri si ritrovano lontani dalla lotta scudetto, fuori dalla Supercoppa, con una Champions complicata, e con solo la Coppa Italia davvero raggiungibile. Certo, se questa squadra dovesse continuare a fare questi errori (la responsabilità di ieri è solo di Motta) allora potrebbe chiudere la stagione con zero titoli. Dopo un mercato estivo faraonico, e dopo aver deciso adesso, senza difensori visto gli infortuni, di mandare via anche Danilo. Se non dovesse arrivare un centrale in tempi brevi anche questa decisione finirebbe immediatamente sul banco degli imputati. La cosa certa arrivati a questo punto è una: così non si può andare avanti.